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Rivoluzione Pioli: come ha valorizzato i talenti del Milan

Applausi ed elogi a Stefano Pioli, l’uomo a capo del Milan che sta sorprendendo tutti e che non perde ormai da marzo.

Stefano Pioli (foto AC Milan)

Ogni tifoso del Milan, ripensando al marzo scorso pre-lockdown, farebbe fatica a immaginare la propria squadra del cuore al primo posto in classifica da imbattuta.

Circa nove mesi fa, prima che la pandemia mondiale interrompesse il campionato 2019-2020, il Milan veleggiava a metà classifica, tra risultati insoddisfacenti e tanto lavoro da fare.

Eppure le basi erano buone, grazie alle mosse di Stefano Pioli. È lui l’artefice della rivoluzione che ha portato la squadra meneghina a crescere progressivamente, vincendo scontri diretti e meritandosi la testa della classifica di Serie A.

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Le mosse di Pioli per la rinascita rossonera

Una rivoluzione, spiegata dalla Gazzetta dello Sport, che ha tre radici solide. La prima è di ordine tattico, con Pioli che è stato abile a capire come valorizzare a livello strategico i suoi migliori calciatori.

Il mister emiliano ha puntato sul 4-2-3-1, un modulo preciso ma anche liquido, capace di mettere tutti al proprio posto senza inventarsi virtuosismi tattici insensati.

La seconda mossa è di origine motivazionale. Pioli è stato finora un grande allenatore soprattutto per aver rimesso nella testa del Milan l’idea di vincere, la voglia di risalire la china.

Non è un caso se gente come Calabria, Bennacer o Rebic negli ultimi mesi abbia inanellato una serie di prestazioni mai viste prima nelle rispettive carriere. Il tutto condito da Zlatan Ibrahimovic, a cui è stato donato lo scettro di leader assoluto.

Poi c’è la questione societaria: Pioli ha sposato il progetto Milan in tutto e per tutto. Investimenti sui giovani e su qualche leader d’esperienza (Kjaer e Ibra su tutti), feeling con la dirigenza e scouting esteso su tutti i cinque continenti. Una macchina ben oliata che procede, ancora oggi, a passo spedito e vincente.

Scritto da
Keivan Karimi