Intervista ad Adriano Galliani, che torna a parlare di alcuni episodi decisivi durante la sua esperienza trentennale al Milan.
Tanti trofei prestigiosi, ma anche diversi rimpianti nella storia trentennale di Adriano Galliani, nel ruolo di amministratore delegato del Milan.
Il noto dirigente, oggi co-proprietario del Monza, è tornato a ricordare alcuni episodi della sua carriera rossonera, durante l’intervista rilasciata a Libero.
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I ricordi dolorosi sono ancora freschi nella memoria di Galliani. Come la arcinota finale di Champions League persa ai rigori contro il Liverpool.
Una gara davvero singolare: “Abbiamo dominato tranne per i sei minuti in cui ci hanno fatto tre gol. Inoltre l’arbitro annullò ingiustamente la quarta rete di Sheva. Il quale poi si sarebbe divorato il gol della vittoria sparando a zero metri sul portiere. Incredibile, ma in una gara secca può succedere di tutto”.
Rammarico enorme ad Istanbul, ma mai come quel Milan-Juventus del 2012: “Il rimpianto vero è il gol regolarissimo non dato a Muntari. Avremmo vinto il secondo scudetto consecutivo, sarebbe cambiata la nostra storia”.
Galliani spiega perché quel gol fantasma è stato così decisivo per il futuro del club: “Se avessimo vinto lo scudetto non avremmo venduto Ibrahimovic e Thiago Silva, due che ancora oggi fanno la differenza. Saremmo potuti ripartire con il quarto grande Milan e avrei chiuso l’acquisto di Tevez. Se fosse andata come dico io magari non avremmo venduto e forse oggi saremmo ancora lì. Invece l’argentino è andato alla Juve, che con lui ha vinto tre scudetti di fila”.