Giacomo Bonaventura avrebbe voluto continuare a vestire la maglia del Milan, ma il club ha deciso di non rinnovargli il contratto. Jack è dispiaciuto.
Giacomo Bonaventura lascia il Milan dopo sei anni, non per sua scelta ma della dirigenza. Lui sarebbe rimasto ancora, però il management sportivo ha deciso di non rinnovare il contratto in scadenza.
La carriera di Jack dovrebbe proseguire ancora in Serie A, dove diverse squadre lo hanno messo nel mirino. Il suo agente Mino Raiola ha ricevuto più offerte, anche dall’estero, e il giocatore si sta prendendo del tempo per valutare l’opzione migliore per il suo futuro.
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Bonaventura in un’intervista concessa al settimanale Sportweek ha commentato l’addio al Milan: «Potevo ancora dare tanto – racconta – ma il giocatore e l’uomo il Milan lo ha visto tutto. Ho capito che le valutazioni su di me erano cambiate quando mi sono infortunato al ginocchio. Una società che ha fiducia in te, ti sottopone il rinnovo appena vede che hai ripreso l’attività. Nel mio caso non è successo. Ci sono state mezze parole, niente di più. Forse è cambiato lo stile Milan, ma ho avuto la sensazione che nei miei confronti non ci fosse la considerazione di cui godevo prima dell’infortunio».
Il centrocampista ex Atalanta ha anche spiegato come è nato il suo gesto di inginocchiarsi a San Siro al termine dell’ultima partita di campionato: «Nulla di preparato. Ho aspettato che uscissero tutti prima di restare qualche istante per conto mio e guardarmi intorno, ricordare. È stato un momento di intimità tra me e San Siro. Ho provato gratitudine per tutto quello che ho vissuto. Giocare lì era il mio sogno di bambino. Averlo fatto per sei anni col Milan è stato fantastico».
La Supercoppa Italiana vinta nel 2015 è il momento che Bonaventura ricorda con più piacere: «Doha, sicuramente. Un trofeo è un premio per tutti quelli che lavorano in società, non solo per allenatori e giocatori, ed è bello vedere la felicità nei loro occhi».
Jack ha speso parole di grande elogio per Zlatan Ibrahimovic, che ha avuto un impatto molto importante sul Milan dopo essere tornato a vestire la maglia rossonera: «Quando è arrivato mi ha trasmesso un entusiasmo e una voglia che mi mancavano da un po’. Quando a gennaio ho visto arrivare Zlatan, mi è tornata la voglia di spaccare il mondo. È entrato in gruppo in punta di piedi, con umiltà, senza pretese, guadagnandosi il rispetto di tutti e con il lavoro e le prestazioni in partita. Quello che fa in campo lo vedono tutti, ma la differenza la fa la sua intelligenza».
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