Milan, clamorose bordate di Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese, intervistato da Sportweek, lancia siluri alla proprietà rossonera, a Ralf Rangnick ed esce allo scoperto sul suo futuro.
Zlatan Ibrahimovic esce clamorosamente allo scoperto. Aveva deciso di contenersi e di lanciare solo segnali martedì sera Milan-Juventus, ma adesso ha deciso di intervenire in stile tsunami con tutto l’impeto e la schiettezza che lo contraddistingue.
La Gazzetta dello Sport riporta infatti alcune dichiarazioni rilasciate dal 38enne a Sportweek domani in edicola. E sono dichiarazioni bomba quelle del centravanti scandinavo, bordate a più riprese e in pieno stile Ibrahimovic.
Milan, la bordata di Ibrahimovic a Rangnick
“Ibra gioca per vincere qualcosa o sta a casa”, inizia così quando gli si chiede del futuro. Quando invece gli si chiede del nuovo manager in arrivo, la replica è incredibile: “Chi è Rangnick? Non so chi sia Rangnick”, risponde infatti il fuoriclasse.
Se non è un addio, poco ci manca come evidenzia la rosea. Nel frattempo spiega anche il ritorno in Europa: “Mi hanno detto che smettere in America era troppo facile. E allora sono tornato al Milan. Poi questo Covid ha fermato tutto, allora ho pensato: c’è qualcosa che non vuole che io smetta…”.
Peccato per l’infortunio che lo ha frenato in questa ripresa, riconsegnandolo a Stefano Pioli soltanto per il big match contro la Lazio. Ma se fosse dipeso da Ibra, il rientro sarebbe avvenuto molto, molto in anticipo: “Per fortuna abbiamo ricominciato. Si è messo di mezzo anche il polpaccio, ma io due giorni dopo ho detto “sono pronto, torno in squadra”. Ibra è così. Ma loro mi hanno frenato”.
Ibrahimovic parla del futuro
Futuro? “Vediamo come sto tra due mesi”. Anche perché la situazione milanista è tutt’altro che serena: “E poi vediamo cosa succede con il club. Se la situazione è questa, è difficile vedermi al Milan il prossimo anno, sono onesto”. Una presa di posizione forte e totale da parte del campione di Malmo, come al solito senza peli sulla lingua.
Così come del resto si è già espresso con l’Ad Ivan Gazidis in un recente confronto a Milanello: “Ho parlato per me e per la squadra, è stato un confronto necessario. Non era cattiveria la mia. Ma bisogno di avere spiegazioni sul futuro, il mio e quello del Milan”.
Ibrahimovic che conferma anche i duri concetti riferiti all’Ad come si era vociferato in queste settimane: “Ho detto che il Milan non è il mio grande Milan, è vero. Ma dobbiamo fare tutto il meglio possibile anche in questa situazione. Sino alla fine. Ibra c’è, ci pensa Ibra. Io devo esserci per forza o li perdi i tifosi”.
Infine il bomber rossonero lascia uno spiraglio aperto al Diavolo, ma c’è al contempo anche una nuova stoccata alla proprietà: “Non so se c’è un altro club dopo il Milan, io non chiudo mai le porte. Ma vado solo in un posto dove comando, non in un posto in cui le parole non valgono niente. Ho ancora troppa passione per quello che faccio”.
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