Il Milan ha fatto la partita che doveva fare, ma nel finale serviva più coraggio. Un po’ più di intraprendenza avrebbe potuto cogliere di sorpresa la Juve.
E a Roma ci va la Juventus, come previsto. Il Milan saluta la Coppa Italia, strada alternativa per l’Europa League. Che adesso dovrà passare per il campionato: dodici partite per salvare il salvabile di una stagione iniziata male e proseguita peggio. E per il finale non siamo proprio ottimisti.
Ma torniamo a Juve–Milan, il ritorno in campo dopo il lungo stop. I primi quindici minuti hanno azzerato i tre mesi di attesa e ci hanno fatto tornare velocemente alla realtà. Pronti via e Douglas Costa rischia subito di rendere inutile il match, poi il rigore di Conti, l’errore di Cristiano Ronaldo (Donnarumma l’ha toccata!) e l’espulsione di Rebic. Un inizio movimentato, insomma.
Inutile dibattere sugli episodi arbitrali: rigore e rosso giusti. Piuttosto, ci sarebbe da ridire qualcosa sul rigore regalato alla Juve all’andata nel finale. Col senno del poi, un episodio decisivo per il “successo” finale dei bianconeri (che in realtà passano senza mai vincere). Ma andiamo oltre.
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Poca intraprendenza
Paradossalmente, in dieci il Milan difende meglio. Pioli, che si dimostra ancora una volta un allenatore importante, risistema bene la squadra, senza sostituzioni. Strategia giusta perché ha dato modo e tempo ai suoi di prendere le misure senza stravolgere tutto. Qualche dubbio, invece, sulla scelta di togliere Bonaventura nel secondo tempo per Leao.
Il Milan ha fatto la partita che doveva fare, fino all’80’. Da lì in poi serviva più coraggio. Con le forze fresche (forse un po’ tardivi gli ingressi di Laxalt e Saelemaekers) e con nulla da perdere, ci aspettavamo un Diavolo arrembante, un forcing finale alla ricerca del gol del miracolo, un Kjaer centravanti a spizzare palle per gli attaccanti. Per provarci, almeno. Invece nulla.
Non ci hanno creduto abbastanza nel finale, dopo aver fatto un’ottima partita difensiva. Certo, ci sono tutte le giustificazioni del caso: la stanchezza, il rientro dal lungo stop, le difficoltà psicologiche derivate dal difendere per tutta la gara, ma un pizzico di intraprendenza in più avrebbe potuto cogliere di sorpresa una difesa della Juve che concede, e tanto.
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