Milan, Mauro Tassotti commenta l’attuale momento rossonero. Secondo la bandiera milanista, il problema principale sono i troppi cambiamenti in atto in questi anni.
Programmazione e stabilità. Secondo Mauro Tassotti, sono queste le parole chiave per rilanciare un Milan in difficoltà. Basta a continui ribaltamenti di fronte e rivoluzioni. Via a una continuità che dovrà partire dall’alto, da Elliott Management Corporation.
La Gazzetta dello Sport riporta il pensiero della bandiera rossonera, oggi vice Ct della nazionale ucraina: “Logico dire che serva un Milan di grande livello. Anche per gli altri club, per il calcio italiano in generale. Ma finché la proprietà non si sistema è difficile. C’è mancanza di continuità”.
Ciò che ha condizionato il Diavolo, evidenzia l’ex difensore, sono i continui addii destinati a proseguire anche quest’estate: “Prima Leo che se ne va, con Gattuso allenatore, poi Boban, ora Paolo Maldini che sembra avere un piede fuori. Le cose cambiano in continuazione e così è difficile. Non si è mai visto vincere un allenatore da solo, con una squadra di ragazzi”.
Da lì, allo stato attuale, sono due le uniche soluzioni: o si mettono tanti soldi sul mercato, oppure idee brillanti dalle quali però serve un riscontro immediato. E “magari Rangnick le ha”, riferisce Tassotti. Per il quale: “Il problema non è Rangnick. Il problema è che il Milan deve poter lottare per la Champions League. Oltretutto i competitor in questo periodo non sono tantissimi”.
Mentre per quanto riguarda la diatriba tra il tecnico tedesco e i suoi amici Zvonimir Boban e Paolo Maldini, Tassotti replica così: “Sono troppo di parte. Una cosa giusta l’ha detta Ancelotti: l’importante è che l’allenatore sia bravo, ma uno straniero in Italia ha qualche problema in più. I tifosi del Milan sono sempre stati lì e hanno sempre riempito lo stadio. E’ la loro indole. Basta poco a loro per riaccendersi. Sono il vero tesoro del club”.
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