Shevchenko: “Milan, sogno di tornare. Do un consiglio ai giocatori”

Oggi Andriy Shevchenko è tornato a parlare della sua bella avventura al Milan e non ha nascosto l’ambizione di fare ritorno in rossonero da allenatore.

Shevchenko vuole tornare al Milan
Andriy Shevchenko (©Getty Images)

Andriy Shevchenko è intervenuto nella diretta Instagram di Carlo Pellegatti. Sono stati ricordati tanti bei momenti della sua carriera al Milan.

Diciassette anni fa gol decisivo nella semifinale di Champions League contro l’Inter: «Ho ricordi molto positivi. Fu una grande partita. C’era grande attesa, già durante la settimana si sentiva che in città la gente si preparava per il match. C’era un’aria di grande partita alla vigilia».

Nel maggio 2003 anche il rigore decisivo contro la Juventus: «Mi è passata la vita davanti in quei 30 metri. Mi piace rivedere le immagini. Mesi fa su Instagram c’ere un video mai visto, quando io vado a tirare il rigore e c’è la squadra sul cerchio di centrocampo tutta emozionata e in attesa. Ricordo quando ho preso la palla e mi sono detto che non dovevo cambiare decisione. Volevo aspettare la mossa di Buffon, era un duello tra me e lui. Ero deciso su quello che volevo fare. Ero pronto, non avevo sentito il fischio a causa del rumore dei tifosi».

Il derby del 6-0 nel 2001 lo ha ricordato così: «Quando è arrivato Cesare Maldini abbiamo avuto tanto rispetto per lui sia come persona che come allenatore per cosa rappresentava. Il Milan non andava tanto bene e ci tenevamo a quella partita. Con lui abbiamo sentito subito la sua impronta sulla squadra, ci siamo compattati attorno a lui. Era importante per noi e per lui quel derby. Ho avuto un rapporto speciale con Cesare, era un uomo speciale».

I compagni erano straordinari dentro lo spogliatoio: «Il mio Milan è stato costruito con grandi giocatori, siamo cresciuti tanto assieme e abbiamo regalato tante vittorie ai tifosi. I miei compagni sono speciali, ho bei ricordi passati con loro. C’erano grandi rapporti tra di noi, rapporti tra uomini veri».

Ottimo rapporto con Adriano Galliani: «Con Galliani ho un rapporto speciale, ci sentiamo e mi manda spesso dei messaggi con dei vecchi video. Sono in contatto anche con ex compagni».

Shevchenko ha avuto maestri come Lobanovskyi e Ancelotti: «Sono i due allenatore che mi hanno dato di più nel calcio. Con Lobanovskyi ho imparato la cultura del lavoro, mi ha insegnato tanto anche su organizzazione e disciplina. La nostra generazione ha imparato tanto da lui. Quando ho vinto la Champions con il Milan ho portato la coppa sotto il suo monumento per rispetto, lui aveva sempre sognato di vincere quel trofeo. Ancelotti è l’allenatore con cui ho vinto di più, è un tecnico che sa costruire ottimi rapporti con i giocatori. Lui ha creato un’atmosfera incredibile nella squadra, anche grazie a Galliani che con Berlusconi ha costruito un grande Milan».

La finale di Istanbul 2005 contro il Liverpool è un brutto ricordo. La parata di Dudek su di lui è ancora inspiegabile: «Mi fa impazzire ancora quella parata, mi rifiuto di vedere perché non capisco. Sul rigore ho sbagliato io, ma non capisco ancora come ha fatto a non entrare quella palla. Non voglio nemmeno più vederla quella parata».

Il famoso gol alla Juventus in campionato con un tiro dalla trequarti: «Volevo tirare. Discorso chiuso».

Sulla rete più bella Sheva risponde così: «Ne ho fatti tanti di belli, ma quelli che contano sono quelli che ti fanno entrare nella storia. Penso per esempio a quello contro l’Inter in semifinale di Champions del 2003 o quello di testa in Supercoppa Europea contro il Porta a Monaco».

In merito al Milan di oggi si esprime come segue: «In questo momento la cosa più importante è cercare di finire al meglio questa stagione. Devono dare tutti il massimo per finire bene la stagione. Poi si vedrà cosa succederà dopo e che futuro avrà il Milan».

Shevchenko sogna di tornare al Milan, anche se in panchina stavolta: «Un giorno voglio tornare al Milan come allenatore. Il Milan sempre nel mio cuore, ho un grande affetto per i suoi tifosi. Vediamo quando e se succederà, ma uno dei miei obiettivi è tornare in rossonero come allenatore. Io però adesso penso solo all’Ucraina, sono concentrato solo sulla nazionale».

Un consiglio ai calciatori rossoneri: «Io dico ai giocatori di dare sempre il massimo in allenamento e in partita. Così avranno il rispetto dei tifosi».

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