Sicuramente Claudio Daniel Borghi ha il rimpianto di non aver potuto rimanere al Milan, ma c’erano grandi campioni e ha comunque ricordato l’esperienza positivamente.
Claudio Daniel Borghi ha fatto una toccata e fuga al Milan nel 1987. Venne acquistato per 3,5 miliardi di lire da Silvio Berlusconi, ma ai tempi si potevano tesserare solo due stranieri e allora il fantasista argentino venne ceduto in prestito al Como.
Nella squadra rossonera c’erano Marco van Basten e Ruud Gullit, che gli vennero preferiti. In Italia le cose non andarono bene a Borghi. La sua carriera è poi proseguita tra Svizzera, Argentina e Cile. Nel 1998 il ritiro e dal 2002 ha iniziato la carriera di allenatore.
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Borghi in un’intervista concessa a gianlucadimarzio.com ha commentato quel periodo di breve permanenza al Milan: “Ho dei bei ricordi. In quegli anni era difficile arrivare in Europa, perché potevano essere tesserati solo due stranieri. Sono arrivato in un club potente come il Milan, in un momento complicato”.
Si diceva che fosse un pupillo di Berlusconi, ma il 55enne argentino ha voluto spiegare che non c’era un rapporto particolare con l’ex presidente rossonero: “Non mi ha mai fatto notare la sua preferenza nei miei confronti. Ricordo che stava molto attento a dei piccoli, ma grandi dettagli, come la cura per i denti o l’abbigliamento. L’immagine che dava un giocatore del Milan era molto importante per lui. Si preoccupava di tutti i giocatori. Non mi era mai successo con altri presidenti”.
Borghi è entrato poi nel dettaglio della sua mancata permanenza a Milano: “Quando arrivai al Milan mi dissero che se avessi giocato bene il Mondialito sarei rimasto e così è stato. Venni nominato miglior giocatore del torneo. Sacchi poi fece benissimo con Gullit e Van Basten. Mi sono trovato a competere con due grandi campioni e quindi sono dovuto andare via”.
L’ex fantasista ha espresso pure un’opinione con Arrigo Sacchi, allenatore con il quale ai tempi non si era trovato benissimo: “Era particolare nei modi e nello stile. Ho letto un’intervista poco tempo fa in cui Van Basten disse che amava Milano ma non Sacchi (sorride, ndr). Era molto esigente, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto fisico. Chissà, forse non avendo giocato a calcio non capiva che a volte esagerava. Però i risultati gli hanno dato ragione. Ha rivoluzionato il calcio italiano e vinto tutto”.