Franco Baresi si è concesso ai microfoni dei canali ufficiali del Milan per rivivere la propria carriera in rossonero in occasione del suo 60esimo compleanno.
Franco Baresi compie oggi 60 anni. Lo storico capitano, che ha vissuto praticamente tutta la sua vita con la maglia rossonera addosso, ha rilasciato un’intervista al canale tematico del Milan per raccontati quella lunga avventura:
“Dà un po’ di emozioni festeggiare i 60 anni, penso a tutto il percorso che ho fatto assieme a questo club. Ho vissuto momenti indimenticabili, Rivera è stato il mio capitano, Paolo (Maldini, ndr.) l’ho visto esordire e crescere. Ha preso il testimone e tutti sapete cosa ha fatto. Essere stato al fianco di questi super per me è solo un onore”.
Dna Milan – “E’ un orgoglio aver rappresentato il Milan in tutti questi anni, ho portato la fascia per 15 anni. E’ un pezzo di stoffa che dà effetti incredibili, responsabilità e stimolo. Forse non ero pronto ma ho imparato col tempo.
Poi sono diventato di ispirazione per i compagni, senza lasciare indietro nessuno”.
Una vita in rossonero: “Al Milan sono arrivato da adolescente, non è stato facile ma ricordo l’esordio, giorni di trepidazione. Non mi rendevo conto di quello che stesse succedendo. Ero al fianco di giocatori che vedevo nelle figurine.
Ritiro e maglia numero 6: “Ho sempre creduto in questa società, il Milan mi ha dato tutto ed io ho provato sempre di ripagarlo. Quando ti accorgi che non sei più imbattibile devi dire basta e dare vita a nuove esperienze.
Berlusconi è stato sempre lungimirante e lo è stato anche ritirando la mia maglia numero 6. Ne fui sorpreso e onorato. Il comportamento, dentro e fuori, fa sempre la differenza.
Devi essere attento a chi non è in campo sempre. Sono loro che devono allenarsi bene. Mai dimenticare e lasciare indietro qualcuno.
Lotta al Coronavirus – “E’ una ferita profonda ma magari guarderemo al futuro in maniera diversa, dando più importanza a quello che ci circonda”.
Emozioni – “Se chiudo gli occhi dovrei stare ore per descrivere quello che sento e quello che ho vissuto con il mondo rossonero. Ricordo il maggio dell’88 fu particolare con San Siro pieno, vidi l’emozione di tutti. L’anno dopo poi ad Atene vincemmo la Champions. Ecco, vorrei regalare ai tifosi questi ricordi, con la speranza che tornino a viverli presto”.
L’importanza del sacrificio: “Ho fatto tanti sacrifici, perché il talento non basta. E’ stata questa la mia forza, ricordo che dopo il primo anno la strada era lunga e bisognava pensare solo al campo e in avanti.
Ho imparato in questi anni che indossare la maglia del Milan è soddisfazione ma bisogna dare il massimo”.