Carlo Ancelotti è tornato a parlare della sua lunga avventura al Milan. Impossibile non ricordare il successo nel 2007 ma anche il ko di Istanbul
Nella lunga chiacchierata con Pellegatti, nel suo canale Instagram ufficiale, Carlo Ancelotti è tornato a parlare della sua avventura al Milan, partendo dalla stagione 2007, la stagione dell’ultima Champions League: “La squadra del 2007 era inferiore a livello tecnico di quella del 2005 che rimane la squadra più forte e con la finale meglio giocata.
Nel 2007 avevamo una motivazione straordinaria, in Champions è stata la cavalcata della motivazione più che della qualità”.
La sconfitta di Istanbul: “Quella partita l’ho rivista dopo dieci anni, giocammo molto bene anche i tempi supplementari. Carragher mi disse che non ce la facevano più e volevano arrivare ai rigori”.
Sull’avvicinamento all’euroderby di ritorno del 2003: “Ho dei ricordi vaghi, una pressione fortissima soprattutto sui due allenatori. Un giorno ero esonerato io, un giorno Cuper, non so quanto ci giocavamo. Il ricordo molto chiaro sono gli ultimi 8 interminabili minuti, poi la liberazione al fischio finale”.
Su Gattuso: “Era diventato indispensabile. Era più facile sostituire i trequartisti rispetto a lui. Il lavoro e l’impegno aiutano a migliorarsi, poi per arrivare a certi livelli c’è la genetica, lui è stato dotato di qualità genetiche caratteriali. L’impegno e la determinazione li devi avere dentro quando nasci”.
Su Seedorf: “Una personalità fortissima, nelle partite sulla carta facili era un pericolo, ma non gli ho mai visto sbagliare una partita importante”.
Su Ibrahimovic: “Non mi sorprendo che giochi ancora, non so per quanto tempo giocherà. A livello caratteriale mi è piaciuto molto, è molto molto altruista. Era molto attento alle vicende della squadra, questo per un allenatore è stato molto importante”.
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