Milan, ecco come è avvenuta l’ascesa di Ante Rebic. Stefano Pioli avvisò in anticipo: “Dopo la pausa di gennaio ho visto un altro giocatore”.
E alla fine Ante Rebic ha finito col convincere tutti. Nazionale, Eintracht e Milan: sfumature caratteriali a parte, dal 2018 in poi, data della piena consapevolezza e maturità, l’attaccante croato non si è mai più fermato. Una cavalcata personale a dir poco fantastica dalla finale della Coppa del mondo in poi.
E’ stato il Milan a interromperla. O meglio, a frenarla. Ed è strano. Perché come evidenzia La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, Rebic partì col botto in Budesliga a inizio stagione dopo il Mondiale del 2018. Così ha dovuto prima tener botta e prendere le misure, per poi tornare alla ribalta.
Col 2020 è scattato qualcosa nella sua testa. Un qualcosa che aveva già intravisto da un po’ lo stesso Stefano Pioli che ne parlò così: “Dopo la pausa di gennaio ho visto un altro giocatore”. Poi arriva Milan-Udinese, il 4-2-3-1, e riecco che ricompare quel Rebic famelico e irruento ammirato in precedenza.
Tanto da diventare il principale bomber e leader carismatico quasi al pari dello stesso Zlatan Ibrahimovic. Perché il successo – evidenzia il quotidiano – è tutto lì: nella testa e nella personalità. Il 26enne di Spalato non ha la classe di Ibra, né il talento di Rafael Leao. Ma ha la mentalità in compenso, la convinzione e la potenza fisica.
E così dal dopo la sosta natalizia è stato il giocatore più in forma in assoluto, e non soltanto per numero di gol. I problemi – sottolinea la GdS – adesso derivano dal futuro data la posizione delicata in cui è bloccato il Diavolo. Ma per molti mesi, soprattutto se resterà Pioli, la sua presenza è garantita.
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