Adriano Galliani ha raccontato un retroscena di calciomercato su Sergio Ramos, ma è anche tornato sullo Scudetto perso dal Milan nel 2012 e non solo.
Adriano Galliani nella serata di ieri è intervenuto a TeleLombardia ed è tornato a parlare di Milan. Più temi trattati dall’ex amministratore delegato del club, oggi al Monza.
Ha commentato il ridimensionamento della squadra rossonera: “Non giriamoci attorno, il tracollo del Milan è arrivato dopo la cessione di Thiago Silva e Ibrahimovic”.
Galliani ha ammesso che lo Scudetto 2011/2012 non è stato perso per il gol non convalidato a Sulley Muntari contro la Juventus: “L’abbiamo perso verso la fine. La colpa è nostra: volevamo vincere la Coppa Italia e abbiamo sforzato troppo Thiago Silva. Se non lo avessimo fatto giocare in semifinale magari era altra storia, o magari anche con l’arrivo di Tevez”.
L’ex dirigente del Milan è stato interpellato pure sul mancato arrivo di Carlos Tevez nel gennaio di otto anni fa: “Non si è più fatto perchè il mondo del calcio è fatto così. Con lui avremmo vinto lo scudetto del 2012. Io sognavo a gennaio un attacco Ibrahimovic e Tevez. Il mio rimpianto è questo e aver lasciato Baggio alla Juventus dopo averlo preso”.
Galliani ha parlato anche di Mino Raiola, agente con il quale ha chiuso diverse operazioni di calciomercato: “Con Raiola ho sempre lavorato bene. Ha preso ricchissime commissioni, ma con me si è sempre comportato in maniera corretta. Ha avuto la possibilità di portare via Donnarumma dal Milan a parametro zero ben due volte“.
Infine l’attuale AD del Monza ha raccontato di aver tentato di prendere Sergio Ramos dal Real Madrid: “Quando Ancelotti stava lasciando il Real Madrid volevo portare Sergio Ramos al Milan, quindi vado a pranzo con Carlo e i dirigenti del Real Madrid. Mi ritrovo al tavolo anche Sergio Ramos, che si avvicina e si siede vicino a me. Mi chiede ad un certo punto quanto guadagnasse Thiago Silva al Milan, io gli ho detto la cifra e lui: “È esattamente quello che ho chiesto al mio presidente, grazie” ed è riuscito a strappare lo stipendio che voleva”.
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