Carlo Pallavicino, ex procuratore di Manuel Rui Costa, ha ricordato come si svolse la trattativa che portò il giocatore dalla Fiorentina al Milan.
Nell’estate 2001 tra i più importanti colpi di calciomercato c’è stato il trasferimento di Manuel Rui Costa dalla Fiorentina al Milan. Un’operazione da 80 miliardi di lire per l’allora fantasista.
Silvio Berlusconi, dopo qualche resistenza iniziale, decise di acquistare il portoghese per metterlo alle spalle della coppia d’attacco Shevchenko-Inzaghi. Un tridente di campioni per la squadra affidata a Fatih Terim, successivamente sostituito da Carlo Ancelotti.
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Carlo Pallavicino, noto agente sportivo italiano, era il procuratore di Rui Costa e dunque conosce ogni aneddoto di quell’affare. Non fu affatto una trattativa lineare risoltasi in breve tempo. Ci sono stati più colpi di scena.
Pallavicino in un’intervista concessa a calciomercato.com ha raccontato come andarono le cose in quell’estate 2001: «La Fiorentina quell’anno era di fronte alla possibilità di fallire e aveva l’obbligo di vendere Rui Costa e Toldo. Per il portoghese chiedevano 80 miliardi di lire. Col figlio di Tanzi e Branchini prendemmo insieme un aereo, viaggiammo con un volo privato verso Faro per convincere Rui ad accettare il Parma. Erano pronti a dargli una cifra incredibile, 10 miliardi di lire di ingaggio. Tentarono in tutte le maniere di prenderlo, sembrava fatta, ma il ragazzo aveva in testa il Milan perché l’allenatore della Fiorentina, Terim, aveva firmato per i rossoneri e con lui a Firenze si era trovato benissimo. Peccato che il Milan non fosse del tutto convinto perché ai tempi Berlusconi era presidente del consiglio e riteneva impopolare spendere 80 miliardi per un giocatore».
Il Parma si era mosso per primo, ma Rui Costa voleva andare il Milan per ricongiungersi con Terim. Ma Berlusconi non sembrava inizialmente propenso a spendere la cifra richiesta dalla Fiorentina. Allora entrò in scena una terza squadra. L’agente narra i fatti: «Per Rui Costa si aprì solo un’altra prospettiva rispetto al Parma, era quella della Lazio. Prenotai un treno alle 5.30 del mattino per arrivare a Roma in tempo dove mi aspettava Cragnotti alla Cirio per concretizzare nero su bianco il trasferimento di Rui Costa alla Lazio. Andai a letto molto presto, staccai il cellulare e il giorno dopo lo riaccesi in treno solo a pochi chilometri da Roma, ero a Orvieto. Fu così che mi ritrovai 40 messaggi in segreteria, tutti di Rui Costa e Branchini che mi chiamavano per dirmi che nella notte Galliani era riuscito a convincere in extremis Berlusconi a tirare fuori i soldi».
Il campione portoghese era stato vicino alla Lazio, ma poi Berlusconi cambiò idea e chiuse l’affare. Pallavicino ricorda così quei momenti: «Da un lato ero contento per Rui Costa, ma dall’altro ero abbastanza disperato per la sorte che mi attendeva perché stavo per arrivare alla Cirio da Cragnotti a dargli una pessima notizia. Invece che dirgli, “Eccoci qua, compiliamo il contratto e nel pomeriggio arriverà il calciatore dal Portogallo”, dovevo dirgli “Eccomi qua, Rui Costa ha accettato di andare al Milan”. Certo, una trattativa che rese tutti felici, ma in quell’istante mi trovai in una situazione che un procuratore non sogna di vivere. Non la presero benissimo alla Lazio».
Il club biancoceleste spese i soldi destinati a Rui Costa per Gaizka Mendieta, centrocampista rivelazione del Valencia di Hector Cuper. Un’operazione che fu un clamoroso fallimento, economico e tecnico. Invece Rui Costa è rimasto al Milan fino al 2006, dopo aver vinto uno Scudetto e una Champions League oltre a una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e a una Supercoppa Europea.