Tutti ricordano Paolo Rossi come l’eroe dei Mondiali di Spagna del 1982. Inevitabile, se segni sei gol nella fase ad eliminazione diretta del torneo. Tre al Brasile, due alla Polonia e uno, in finale, alla Germania Ovest. Eppure, quel Mondiale non avrebbe dovuto giocarlo.
Enzo Bearzot, commissario tecnico di quell’Italia, decise di convocarlo nonostante la squalifica di due anni: nel 1980 scoppiò lo scandalo calcioscommesse e Rossi fu accusato di aver truccato Avellino-Perugia, giocata nel 1979 (segnò una doppietta in quella gara). Lo stesso scandalo coinvolse anche il Milan, costretto alla retrocessione (la prima della sua storia) in Serie B.
Rossi, allora giocatore della Juventus, tornò solo nell’aprile del 1982 e giocò le ultime partite di campionato. Poi il Mondale, e il resto è storia.
Tre anni più tardi, nell’estate del 1985, Giussy Farina, presidente del Milan, decise di regalare un grande colpo di mercato ai tifosi. Per 5,3 miliardi di lire andò a prendersi Paolo Rossi dalla Juventus. Per il calciatore un contratto di due anni da 700 milioni di lire.
L’attaccante vestì la numero 10 che fu di Gianni Rivera. Con Hateley e Virdis avrebbe dovuto formare un tridente fortissimo: il Vi-Ro-Ha, come lo definirono i giornalisti dell’epoca. Ma le cose non andarono benissimo per una serie di motivi.
Gli infortuni lo costrinsero a saltare le prime dieci giornate di campionato. Dopo il recupero, l’allenatore Nils Liedholm non riuscì ad inserirlo perfettamente nei suoi schemi. Segnò tre reti in quella stagione: due in Serie A e una in Coppa Italia.
Quelle uniche due reti in campionato, però, hanno un significato enorme: le segnò entrambe in un derby contro l’Inter (2-2 il risultato finale). Solo Gianni Comandini, nel 2001, e Jesus Suso sono riusciti a segnare due reti nella stracittadina milanese. Un bel modo per farsi ricordare.
Il ricordo di Rossi di quella partita: “Mi sembrava di essere al mundial. Se l’Inter avesse avuto le maglie gialle come quelle del Brasile forse avrei fatto tre gol. Ma va bene così, non ricordo nemmeno io quando realizzai l’ultima doppietta”.
Al termine della stagione andò via. Passò all’Hellas Verona nell’operazione che portò Giuseppe Galderisi al Milan. Dopodiché, a causa di nuovi infortuni, all’età d 31 anni, decise di appendere gli scarpini al chiodo. Una carriera incredibile, fatta di dolori e di gioie. Fra queste la doppietta all’Inter nell’unica stagione con il Milan. Breve ma intenso.