Milan, Pepe Reina alle prese col coronavirus. Contagiato da Covid-19, il portiere rossonero attualmente in prestito all’Aston Villa racconta la sua esperienza al Corriere dello Sport.
Non solo Paolo e Daniel Maldini. Degli attuali tesserati del Milan, anche il lontano Pepe Reina ha incrociato il coronavirus sul proprio cammino vedendosela brutta. Attualmente in prestito all’Aston Villa, il portiere rossonero è intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport raccontando la sua esperienza.
“Non esco da diciotto giorni”, premette l’estremo difensore. Ed è blindato in casa piuttosto affollata: “La compagnia non mi manca, siamo io, mia moglie Yolanda, cinque figli e i due suoceri. La casa è grande e la solitudine non vi ha accesso. Però isolato lo sono stato dopo aver accusato i primi sintomi del virus”.
Ed è così che Reina ha avuto i primi indizi in merito al Covid-19: “Febbre, tosse secca, un mal di testa che non mi abbandonava mai, quel senso di spossatezza… L’unico spavento quando per venticinque minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l’aria non riuscisse a passare… I primi sei, otto giorni li ho trascorsi chiuso in una stanza”.
In tutto la conferma ufficiale di positività non è mai arrivata, ma ha zero dubbi il classe 82: “I medici della Premier, mi hanno dato tutte le informazioni necessarie, oltre al protocollo da seguire. Qui in Inghilterra i tamponi li fanno esclusivamente ai malati gravi, nel mio caso non vi erano dubbi. Virus. Il fisico ha reagito bene. Ti dico la verità, a parte qualche momento non facile, è stato come se avessi avuto l’influenza, solo più pesante”.
E pensare che mai avrebbe immaginato a un tale intoppo nel pieno della sua avventura britannica: “Sono in prestito fino a maggio. Ma quale maggio, forse giugno, luglio, agosto… ero venuto a Birmingham perché avevo bisogno di giocare ogni fine settimana, volevo sentirmi di nuovo protagonista e la sfida che mi aveva proposto l’Aston Villa era l’ideale. Adesso non so più quando, né come finirà”.
Così come sperava che andasse in tutt’altro modo quella milanista: “I presupposti erano altri. I dirigenti mi avevano prospettato la cessione di Donnarumma, il mio progetto personale era quello di fare il titolare. Gigio volle rimanere e io ho avuto spazi ridotti. Grazie a Dio in carriera ho potuto lottare per traguardi importanti e mi sono tolto grandi soddisfazioni, mi mancava una salvezza. Chissà se riuscirò a centrare anche quella, qui a Birmingham”.
LEGGI ANCHE: SKY – Addio Ibrahimovic, già pronto il sostituto