Milan, parla Dejan Savicevic. Ex attaccante rossonero e attuale presidente della federazione del Montenegro, l’ex fantasista esprime cordoglio e vicinanza per la situazione critica in Italia.
Milan, tuffo nel passato per Dejan Savicevic. Ex attaccante rossonero dal 1992 al 1998 e attuale presidente della federazione del Montenegro, l’ex fantasista ha ricordato i tempi rossoneri in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
Ribattezzato “il genio” e considerato da molti il miglior giocatore di sempre della sua nazione, è stato parte integrante di innumerevoli successi per il Diavolo. Precisamente tre scudetti, tre supercoppe italiane e una supercoppa Uefa. Al Milan ci ha lasciato il cuore: “Io sono stato benissimo e ho il Milan sempre dentro di me, così come i tanti amici di Milano e dintorni”.
Coronavirus, la vicinanza di Savicevic
Ed è proprio per questo che adesso aumenta la preoccupazione: “Il calcio inteso come fatto tecnico adesso però è marginale. La preoccupazione maggiore al momento è quella della salute della gente. Ho visto immagini che non mi sarei mai immaginato di vedere. Cose da non credere. Siamo preoccupati tutti, anche nel mio paese ci sono tante persone che hanno legami con l’Italia e la cosa è terribile”.
Situazione fortunatamente non simile in Montenegro, anche se il peggio sembrerebbe ineluttabile anche lì: “Ottanta contagiati, la popolazione è minuscola rispetto all’Italia ma per ora stando alla cifre siamo in controllo. Il picco, come si dice da voi, sta arrivando, speriamo che non sia troppo difficile da affrontare”.
Motivo per cui anche il suo Paese è blindato: “Per ora siamo come tutti, con i supermercati in parte chiusi, gli uffici sbarrati, la circolazione ridotta a zero. Ma è una situazione nuova, in cent’anni non si era visto nulla del genere, e non si può dare la colpa a nessuno per le misure prese più o meno nei tempi giusti”.
Ritornando invece al discorso calcistico, Savicevic non ha avuto contatti con Zvonimir Boban dopo la brusca separazione dal Diavolo: “No, non lo sento da un po’. Ma parlare del calcio adesso non è normale. Bisognerà aspettare il momento, poi si potranno fare tante valutazioni. Al momento mi preme la salute dei tanti che conosco a Milano. La salute del Milan vien di conseguenza”.
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