Il futuro di Zlatan Ibrahimovic appare segnato: ma i rossoneri devono pensarci molto bene prima di lasciarlo andare via.
Zlatan Ibrahimovic è più di un attaccante. E il Milan lo sapeva bene, per questo motivo a gennaio scorso ha scelto di affondare il colpo e riportarlo in Italia.
Ibra è un campione, per classe e qualità. Ma è anche esperienza, maturità, carattere da vendere e piena leadership. E allo stesso tempo è un calciatore che avvicina i tifosi del Milan, che riempie gli stadi, che fa vendere magliette e merchandising vario.
In sintesi: Zlatan è una risorsa per questo Milan. Soprattutto dopo gli ultimi anni, ricchi di delusioni e di possibili campioni in prospettiva che non hanno rispettato le attese.
L’edizione di Tuttosport oggi mette in guarda il club: perdere Ibrahimovic a giugno sarebbe deleterio. Anche a 38 anni Ibra sposta gli equilibri e fa ancora impazzire i suoi tifosi.
Eppure Ivan Gazidis sembra avere già deciso. Nei suoi progetti futuri non c’è spazio per una prima donna come Ibrahimovic, che porta con sé una valigia piena di vanità, autoesaltazione e di stipendi molto esosi.
Dopo il licenziamento di Zvonimir Boban le quotazioni di una sua permanenza sono calate vistosamente. Ancor di più con le voci sull’arrivo di Ralf Rangnick in panchina, che porterebbe con sé una mentalità diverse e punterebbe su tanti giovani talenti meno esperti.
Le riflessioni definitive dovranno essere fatte con calma, dopo la fine dell’emergenza Coronavirus. Ma il Milan (e Gazidis) dovranno guardare i pro e i contro: tenere un Ibrahimovic leader ma costoso oppure fare a meno del suo prestigio pubblico?
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