Tassotti bacchetta il Milan: “Difficile lavorare così”

Mauro Tassotti non le manda a dire ed esprime il suo pensiero alla Gazzetta dello Sport sul Milan attuale e futuro.

Mauro Tassotti
Mauro Tassotti (©Getty Images)

Mauro Tassotti, dopo una vita intera al Milan, negli scorsi anni ha deciso di cambiare aria. Nel 2016 è diventato allenatore in seconda di Shevchenko sulla panchina dell’Ucraina. Insieme hanno ottenuto grandi risultati come la qualificazione anticipata ad Euro 2020.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex terzino rossonero ha toccato molti argomenti. In primis, inevitabilmente, il Coronavirus: “Ho sentito Maldini e l’ho trovato sollevato. Sheva a Londra ormai è chiuso in casa, anche per lui il golf è off limits. Ha detto che, per tenersi in forma, ha provato ad allenare i figli. Ma senza successo“.

Si passa poi al tema caldo: il Milan e un futuro totalmente incerto. Tassotti spiega: “Non capisco la politica aziendale. Se si vuole ripartire di giovani, bisogna dichiararlo e ammettere che ci vorrà tempo per arrivare a dei risultati“.

Per un gruppo di giovani è dura confrontarsi con uno stadio come San Siro: “Non è uno stadio come gli altri e lo dice uno che è arrivato a Milano a vent’anni e prima ha giocato all’Olimpico, altro posto che tanto semplice da affrontare non è. A San Siro se sbagli troppo vengono giù cuscinetti e fischi quando va bene. E’ complicato. In più, questo Milan arriva da anni di grandi successi e grandi frustrazioni“.

Intanto Boban è già andato via: “Sinceramente non me l’aspettavo. Credevo che avessero trovato una stabilità. Fai fatica a lavorare così. Non puoi sbagliare un acquisto. Il Milan dovrebbe tenersi quelli bravi, tipo Donnarumma, Theo e altri, ma se non puoi ripartire nemmeno da lì…“.

Tassotti è stato per anni l’allenatore in seconda di Ancelotti, Leonardo, Allegri e Seedorf, ma non ha mai avuto la possibilità di essere il primo: “Il Milan mi manca, ma sono stato fortunato, poi la vita ti porta a fare certe scelte. Nessuno mi ha mai chiesto di fare il primo allenatore del Milan e sono contento anche così. E sarò ancora più contento quando potrò tornare a passeggiare e poi a lavorare. Ma prima, il bene di tutti: la salute. La vita“.

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