Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Milan torna a parlare del suo arrivo al Milan. Due le partite indimenticabili per diversi motivi
Nell’intervista riproposta da Milan Tv, Massimo Ambrosini si è soffermato su due partite che hanno fatto la storia recente dei colori rossoneri: il successo all’ultimo secondo contro l’Ajax nel 2003 e il ko in finale contro il Liverpool nel 2007: “Contro gli olandesi fu indimenticabile, una partita difficile contro una squadra forte, in cui siamo riusciti a venirne a capo all’ultimo secondo, con un po di fortuna, e da lì è partito tutto (il Milan poi conquistò la sua sesta Champions League contro la Juve, ndr.). Quella che vorrei rigiocare, che in realtà non giocai perché ero infortunato, è la finale di Istanbul. Mi sarebbe piaciuto rigiocarla anche se avessimo vinto, perché non l’ho giocata”.
Ambrosini torna a parlare del suo arrivo al Milan: “E’ stato un momento molto particolare. Avevo scelto un procuratore da un mese, perché avevo 18 anni. A quel tempo il procuratore si prendeva a 18-19 se avevi una possibilità, ora ce l’hanno a 13 anni, piccolo particolare (ride, ndr.). Ero a casa mia a Pesaro e il mio procuratore entrò in casa e la prima cosa che disse, dopo essersi presentato ai miei genitori ammette: ‘vedo che siete una bella famiglia e siete molto attaccati a vostro figlio. Godetevelo quest’anno perché dall’anno prossimo non ci sarà più’. Sia i miei genitori che io, perché non sapevo che sarei dovuto andare al Milan fino a quel momento, rimanemmo un po’ così. E’ stato un momento particolarmente bello”.
Sui compagni ideali per una partita di calcetto: “Prendo Rino, come portiere ci metto Dida, anzi Abbiati, perché è più grosso e copre tutta la porta. Un grande giocatore di calcetto è Cristian Brocchi, perché quando calciava faceva sempre gol. Non ci metto Pirlo, perché non ce lo vedo bene a calcetto. Ci metto Clarence perché con quelle gambe riesce a far sempre gol. Pirlo? lo metto in panchina visto che vuole fare l’allenatore”.
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