Milan e il vecchio affare sfumato per Dani Olmo poi trasferitosi al Lipsia di Ralf Rangnick: eccome come andarono davvero le cose. Dietrofront a sorpresa di Elliott verso Boban in extremis.
Dani Olmo, il Milan e il Lipsia. Chi lo avrebbe detto mai che il futuro dei due club, dopo essersi conteso uno dei talenti più interessanti d’Europa, si sarebbe strettamente intrecciato grazie a un nome ben specifico: Ralf Rangnick.
Lo spagnolo, nel mercato invernale scorso, si è alla fine trasferito in Germania dopo una lunga corsa che a un certo punto sembrava vedere il Diavolo in pole position. Che fosse per l’immediato o più verosimilmente per l’estate che verrà a breve, ma il Milan c’era eccome sul talento spagnolo allora ancora alla Dinamo Zagrabria.
E dati i confini in cui ci si muoveva, fu proprio l’ex Cfro Zvonimir Boban a portare avanti la trattativa forte anche degli ottimi rapporti con i connazionali. Poi all’improvviso qualcosa è andato storto. E proprio sul più bello.
Ovvero Elliott Management Corporation – rivela Tuttosport oggi in edicola – ha negato l’extrabudget per l’operazione. Una cifra che tra commissioni all’entourage del giocatore dal valore (si parla di 7 milioni), prezzo del cartellino e bonus avrebbe superato di molto i 20 milioni messi sul piatto dal club rossonero.
Così a spuntarla, alla fine, è stato proprio il club della Red Bull. 25 milioni di euro più 10 di bonus e un ulteriore 10% sulla futura rivendita: è stata questa la super offerta che ha sancito l’affare. Senza dimenticare i 2.5 milioni di euro netti di ingaggio al giocatore fino al 2024.
Un’operazione che la proprietà milanista non s’è sentita di fare in virtù del passivo già pesante e dei vincoli dei fair play finanziario. Ha gioito all’epoca Rangnick, ma non lo farà a breve quando approderà in rossonero e non avrà a disposizione un talento così dotato che gli avrebbe fatto comodo eccome. Il destino, a volte, è davvero crudele.
LEGGI ANCHE: MERCATO, RANGNICK FA I NOMI PER IL SUO MILAN