Asmir Begovic, portiere del Milan, parla dell’emergenza Coronavirus che ha colpito l’Italia e il resto d’Europa. Il bosniaco spera che finisca tutto presto.
L’Italia e diversi altri Paesi stanno facendo i conti con l’emergenza Coronavirus senza sapere quando si potrà tornare a una vita normale. Il clima di incertezza spaventa un po’ le persone.
Asmir Begovic è approdato al Milan a gennaio proveniente dalla squadra inglese del Bournemouth. Intervistato dal Mirror, ha commentato la situazione generale: «Bisogna chiudere tutto per tenere questo virus sotto controllo e per proteggere la salute delle persone. Prima si chiuderà tutto e prima sarà tutto finito».
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Begovic vuole chiudere la stagione
Il portiere bosniaco è impressionato dallo scenario che si è verificato a causa della diffusione del Covid-19: «C’è un blocco totale. Le strade sono deserte. L’unica cosa aperta sono i supermercati. Puoi prendere un po’ di cibo e poi tornare subito a casa tua. È pazzesco. Milano è una grande città e pensi che sia un film. Non ho mai visto niente di simile prima. Non sono sicuro che le persone capiscano quanto sia brutto qui. L’Italia è stata colpita duramente e non so perché. Ci sono molti positivi e morti. È devastante e straziante per la gente».
Begovic auspica che questo incubo termini il prima possibile: «Ora vediamo altri club, altri giocatori contagiati – riporta il Mirror – e sembra un incubo. Puoi solo sperare che tutto torni alla normalità il più presto possibile. Le cose si sono sviluppate così rapidamente. Questa settimana è stata l’apice».
L’estremo difensore del Milan non è sicuro che gli allenamenti riprenderanno nella data stabilita: «Siamo in attesa e non ci stiamo allenando. Dovremmo tornare a lavorare il 23, ma le cose potrebbero cambiare. Nessuno è risultato positivo al Milan. Ci hanno mandati a casa e dobbiamo obbedire agli ordini. È strano non potersi allenare».
Begovic è contrario all’idea di annullare la stagione, anche a costo di giocare ogni 3 giorni a suo avviso bisogna evitare la cancellazione delle competizioni: «Dobbiamo finire la stagione, secondo me. Deve esserci un modo positivo per porre fine a tutto questo. Deve esserci un modo per decidere le cose in campo. È un momento difficile per tutti, specialmente qui in Italia e penso che ci sia un modo in cui il calcio può davvero dare forza e riportare gioia alle persone».
L’esperto portiere non gradisce neanche l’idea di giocare a porte chiuse, come successo in occasione di Milan-Genoa: «È stato strano. Sei abituato ad avere i tifosi, quando sei la squadra di casa ottieni un vantaggio dalla folla, le persone ti spingono e ti supportano. Era tutto così tranquillo. Il brusio non c’era, l’adrenalina non c’era e sicuramente faceva male alla squadra di casa».
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