Milan, Rangnick sfida la storia: precedenti negativi per tecnici stranieri

Milan, sarà ardua la sfida di Ralf Rangnick in rossonero. E non solo per la complicata situazione da cui dovrà partire. Lo sarà, piuttosto, anche per i precedenti negativi nella storia milanista con gli allenatori stranieri. 

Ralf Rangnick
Ralf Rangnick (©Getty Images)

Milan, la tradizione dice no ai tecnici stranieri sulla panchina rossonera. Lo evidenzia Tuttosport oggi in edicola. Ralf Rangnick, pronto a sbarcare in casa Diavolo a fine campionato, dovrà dunque sfidare una tradizione particolarmente sfavorevole in tal senso. Soprattutto nella recente era moderna.

Al di là del fondatore Herbert Kilpin, fu Ferdi Oppenheim il primo vero tecnico straniero professionista della storia. Austriaco, fu seguito nella prima metà del ventennio del secolo da una serie di colleghi stranieri per zero titoli totali.

Qualche inglese come Engelbert Konig e William Garbutt, l’austriaco Engelbert Konig, l’ungherese Jozsef Banas, così come i connazionali Jozsef Viola, Lajos Czeizler, Bela Guttman fino all’oriundo Hector Purcelli, il quale, tra il 55 e il 56, vinse scudetto e coppa Latina.

Nel 63, invece, toccò a Luis Carniglia che anche non vinse nulla. Discorso differente, invece, per lo svedese Nils Liedholm che una dozzina d’anni dopo vinse scudetto della stella e Coppa Italia. Dopo l’era d’oro targata Sacchi-Capello, ci sono state altre due parentesi straniere: la prima targata Oscar Tabarez e quella non più fortunata di Fatih Terim.

Nella stagione 2009/10 è toccato invece al brasiliano Leonardo, il quale però ha resistito solo una stagione per l’incompatibilità col presidente Silvio Berlusconi. Lo stesso che qualche anno dopo ha poi affidato la panchina a Clarence Seedorf ma senza gioie. Non ha concluso nemmeno una stagione, infine, Sinisa Mihajlovic.

Sarà una dura sfida, quindi, per Rangnick. Il quale non solo dovrà fronteggiare la diffidenza di una tifoseria furiosa per scelta ed ennesima rivoluzione, ma dovrà anche arginare l’inerzia della storia. La quale dice una cosa ben chiara: gli stranieri, sulla panchina rossonera, per un motivo o per un altro, non hanno vita felice. Lui sarà il numero 20.

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