Milan, perché proprio Ralf Rangnick tra tanti possibili candidati? C’è una motivazione ben precisa dietro la scelta ormai presa da parte di Elliott. I retroscena.
Perché, tra tanti, proprio Ralf Rangnick? E’ questo il grande quesito per i tifosi del Milan, inevitabilmente amareggiati per una nuova e ineluttabile rivoluzione in vista. E Tuttosport prova a fornire risposte a tal proposito.
La premessa è si proseguirà su tre solide basi: l’internazionalizzazione del marchio, la linea verde proiettata sui giovani futuribili e un percorso fondamentalmente low-cost per rientrare dal passivo economico e uscire dalla morsa dell’UEFA. Ed è qui che subentra la figura del 61enne tedesco sponsorizzato direttamente da Hendrik Almstadt, braccio destro di Ivan Gazidis. Perché l’allenatore diBacknang sembrerebbe coniugare tutte queste esigenze.
Zvonimir Boban ha chiesto un confronto con la società, ma Elliott – deluso dalla situazione – ha deciso di affidare a Gazidis un lavoro ad ampio respiro. Ovvero un progetto che contempli obbligatoriamente il ritorno in Champions League. Il quale non prevede per forza titoli e vittorie, ma l’inderogabile presenza nell’Europa che conta e con continuità. Il fondo, infatti, vuole un Milan sano e che rientri nei parametri UEFA affinché possa essere rivenduto in futuro.
Ecco perché Ragnick piace tanto. Perché il tecnico teutonico, abituato a lavorare con i giovani con la Red Bull, è stato capace di portare in Champions club fino a poco prima quasi sconosciuti come Hoffenheim e Lipsia. Il manager è quindi visto come l’uomo ideale a cui affidare un Milan fanciullo da far crescere nel tempo.
E’ anche se è una filosofia poco attuabile per il Diavolo dati i 18 scudetti e le 7 Champions, poco importa per la proprietà. La strada è ormai tracciata. E in questo nuovo percorso sembrerebbe non c’è spazio per il “minalismo” e le emozioni.
LEGGI ANCHE: CORSPORT – MILAN, IN ARRIVO EMENALO