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Milan News

Da Genoa-Milan a oggi: l’evoluzione da Giampaolo a Pioli

De Genoa-Milan a Milan-Genoa di domenica prossima: ecco cosa è cambiato in casa rossonera a distanza di un girone. L’evoluzione da Marco Giampaolo a Stefano Pioli. 

Stefano Pioli e Marco Giampaolo (©Getty Images)

Da Marco Giampaolo a Stefano Pioli. Domenica, in una surreale gara a porte chiusa per l’emergenza coronavirus, il Diavolo completerà un ciclo esatto da quando ci fu quel sorprendente esonero malgrado un Genoa-Milan positivo.

Ma non fu sufficiente quel successo l’ex tecnico rossonero. Troppo ghiotta, per la dirigenza, la sosta all’orizzonte per azzerare e ripartire, e soprattutto per la stessa furono troppo determinanti i risultati disastrosi di inizio stagione. Così via alla staffetta: l’8 ottobre fu comunicato il licenziamento del tecnico abruzzese, appena un giorno dopo l’arrivo del 54enne emiliano.

Il Milan da Giampaolo a Pioli

Come evidenzia La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, malgrado 18 partite dopo ci siano ancora luci e ombre in casa rossonera, il miglioramento in assoluto è comunque evidente e tangibile. E lo è innanzitutto nella continuità che prima non c’era. I numeri del resto parlano chiaro: nel 2020, infatti, c’è stata una sola sconfitta in otto uscite. Di cui la metà tutte vittorie.

La squadra, pur non risolvendo il problema gol, ha comunque ridotto quello offensivo: nel nuovo anno, per esempio, il Milan ha mancato l’appuntamento col gol soltanto contro la Sampdoria. E’ chiaro che in tal senso il valore aggiunto è stato Zlatan Ibrahimovic, ma Pioli è stato comunque intelligente nel cucirgli addosso il miglior vestito possibile.

Così dal 4-3-3 si è passati al 4-4-2 e infine al nuovo e definitivo 4-2-3-1. E oltre un miglioramento collettivo, con un gioco piuttosto fluido ed efficace, si sono poi registrati anche impennate importanti per i singoli. Perché se Theo Hernandez aveva dimostrato di essere un talento già con Giampaolo, non si può dire lo stesso di Ante Rebic e Samuel Castillejo.

I demeriti attuali

Rigenerati e restituiti alla causa: Pioli ha dato loro un senso in questo Milan. Così come Hakan Calhanoglu, Ismael Bennacer e il debutto di Matteo Gabbia. Le cattive notizie, invece, sono gli accantonamenti di Lucas Paquetá, Rafael Leão e Giacomo Bonaventura.

Ma anche dal punto di vista caratteriale sono stati fatti passi avanti. Soprattutto lì. Perché dopo lo sprofondo totale di Bergamo, col concreto rischio di uno sfaldamento totale, ne è invece venuto fuori un Milan rinato e rinvigorito. Un gruppo con ritrovata fiducia nei propri mezzi e senza timore reverenziale verso i più forti.

C’è tuttavia ancora un difetto da limare: la gestione dei secondi tempi. Nell’ultimo quarto d’ora, in particolare, la squadra va in sofferenza e subisce gol. E’ successo più e più volte e andrà inevitabilmente sistemato questo aspetto. Ma se il Milan oggi non è in caduta libera ma anzi in corsa per un posto in Europa, il merito è di Pioli. Al netto degli errori e di un addio apparentemente inevitabile.

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Scritto da
Pasquale Cacciola