Milan, lunga intervista dell’Ad Ivan Gazidis ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. L’amministratore delegato smentisce tensioni e fratture in società così come nega anche un accordo già preso con Ralf Rangnick.
Milan, parla Ivan Gazidis. Dopo le innumerevoli indiscrezioni negative in quest ore ore, tra fratture in società, accenni di nuove rivoluzioni e un accordo di massima già raggiunto con Ralf Rangnick, l’amministratore delegato rossonero è voluto intervenire ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per far subito chiarezza sui vari punti.
Come primo passaggio, l’Ad milanista smentisce subito che ci sia una spaccatura all’interno della dirigenza: “Non è vero, non è vero, non è vero (lo ripete tre volte, ndr). C’è una sola visione comune: avere un Milan moderno, che competa al vertice del calcio italiano e europeo, che giochi in futuro nel più grande stadio del mondo, con una chiara filosofia calcistica per ottenere i successi sul campo”.
L’obiettivo è crescere e tornare ai fasti di un tempo, ma seguendo una logica e soprattutto i paletti di un fair play finanziario che ora più che mai non scherza più. Gazidis, inoltre, fa chiarezza anche sulle reali intenzioni di Elliott Management Corporation: “La nostra proprietà sa, che una società di calcio non è un’impresa finanziaria, ma un’istituzione sociale, culturale, pubblica e alla fine è proprietà dei suoi tifosi. Il Milan è dei Milanisti. Il miglior business che possiamo fare è creare un club di nuovo al vertice. Non compriamo giocatori per rivenderli, se mai cederemo qualcuno sarà per investire in altri: scelte calcistiche”,
Il dirigente sudafricano rassicura dunque tutti sulle intenzioni della proprietà statunitense: “Elliott non ha intenzione di prelevare valore dalla società, ha un progetto a medio-lungo termine chiaro. Faremo tutto ciò che è necessario per riportare il Milan tra i primi club al mondo. Il giorno che si affaccerà una nuova proprietà dovrà essere solidissima, perché comprerà un top club in tutti i suoi settori”.
Gazidis poi traccia il progetto in quattro punti fondamentali: “Deve essere un buon mix tra giovani di talento e giocatori esperti che abbiano ancora fame di successi, mentalità vincente e sappiano guidare il gruppo”. Doveroso un commento anche su Zlatan Ibrahimovic: “Zlatan ha avuto un impatto enorme, da un punto di vista tecnico, di personalità, di leadership. Non abbiamo mai rifiutato l’idea di giocatori esperti e già di alto livello. Ma puntiamo anche su chi possa diventarlo con la maglia del Milan. Theo Hernandez non è oggi un giocatore top? Bennacer non è un potenziale top? C’è un team di persone che cerca di trovare i giusti equilibri, i giocatori che permettano il mix vincente”.
Si torna poi sul rapporto con Maldini e Boban: “Un team di livello è fondamentale per ottenere risultati e noi lo abbiamo. Con Zvone e Paolo ci parliamo tutti i giorni. Domani (oggi, ndr) siamo a Firenze. Torniamo insieme, felici o tristi, dopo ogni partita. Tutto quello che facciamo è insieme. Tutti noi vogliamo la stessa cosa. Ritengo che le decisioni che vengono prese attraverso il dibattito, la discussione e diversi punti di vista, siano le migliori. Non confondiamo il confronto con lo scontro. Il dibattito su chi comanda non conta per me. Chi comanda? Chi è il re? Nessuno. Il re è quello per cui lavoriamo tutti. Il re è il Milan”.
Dopo aver ribadito l’importanza di un proprio stadio e della modernizzazione del club, Gazidis smentisce un accordo già preso con Rangnick: “Sono nel calcio da 26 anni, interagisco con centinaia di persone diverse tra cui almeno 20 allenatori in tutto il mondo. È normale. Ma nessuno ora nel Milan sta pensando a un nuovo allenatore. Pioli è arrivato in una situazione difficile, si è comportato personalmente e professionalmente in modo esemplare. Il suo lavoro è stato di altissimo livello e ora stiamo iniziando a vedere questa squadra crescere, svilupparsi. Essere l’allenatore del Milan è un obiettivo per tanti grandi allenatori. Ma Pioli resta in pole position anche per il futuro: la stagione è ancora aperta. È presto per parlarne adesso”.
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