Il commissario tecnico croato Zlatko Dalic ha parlato del suo pupillo Ante Rebic, che si sta esprimendo al meglio in rossonero.
Per mesi si è parlato di Ante Rebic come un vero e proprio separato in casa nel Milan. Un acquisto estivo poco fruttuoso ed irriconoscibile rispetto al recente passato.
Ma c’è chi ha sempre creduto in lui, continuando a convocarlo anche se al Milan giocava poco e male. Si tratta di Zlatko Dalic, commissario tecnico della Croazia.
L’allenatore croato è stato intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport, proprio per parlare del momento di Rebic, che è letteralmente rinato nelle ultime settimane.
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Rebic, parla il c.t. croato: “Ecco dove si esprime al meglio”
Dalic è l’artefice dell’impresa sfiorata al Mondiale 2018 della Croazia, fermata solo in finale dalla Francia. E Rebic è stato uno dei suoi scudieri.
Il c.t. parla benissimo di Rebic: “Non sono sorpreso dalle sue ultime prestazioni perché conosco perfettamente le sue qualità. So quanto può dare e le ultime partite non sono altro che la prova del suo valore. Ero stupito prima, quando non giocava. Ma capisco il motivo delle difficoltà iniziali. Un nuovo campionato, un nuovo club, nuove abitudini: un periodo di adattamento è sempre necessario. In più nel suo caso vedevo che giocava in una posizione sbagliata, non è esattamente un attaccante ma un esterno: si esprime al massimo del suo potenziale sulla fascia, destra o sinistra indifferentemente”.
Dunque Dalic pensa a Rebic come un’ala d’attacco pura. Che al fianco di Zlatan Ibrahimovic fa la differenza: “Ibra attira le attenzione dei difensori avversari e a Rebic restano più spazi, nei quali sa muoversi come gli chiede l’allenatore. E sa approfittarne come dimostrano gli ultimi cinque gol. L’importante è che resti nella posizione che gli è più congeniale: nelle ultime partite Pioli ha saputo utilizzarlo al meglio”.
Giudizi ampiamente positivi di Dalic, anche sul suo atteggiamento: “Può fare la differenza in Serie A e oggi lo sta dimostrando. E’ un giocatore veramente, veramente forte. Ora che è più consapevole non potrà che migliorare sempre di più. Ha forza, è veloce e se è in condizioni fisiche ottimali nessuno può fermarlo. In Croazia in queste settimane hanno scritto cose negative su di lui, anche a me chiedevano perché continuassi a convocarlo se nel Milan non giocava. La risposta è che io l’ho sempre sostenuto e ci ho sempre creduto”.
Infine un giudizio sul Milan, guidato dal connazionale Zvonimir Boban: “Non si possono cambiare le cose in pochi mesi. Zvone è impegnato a costruire una squadra completamente nuova, con tanti giocatori diversi. La difficoltà aumenta quando sei al Milan, dove tutti aspettano i risultati del passato. Boban sa anche questo, è l’uomo giusto perché ha vissuto quegli anni e può capire cosa occorre alla squadra di oggi. Comprare giocatori che possano diventare campioni in futuro richiede pazienza. Quanta? Minimo due o tre anni, certo non sei mesi. Sei mesi sono troppo pochi anche per uno come il mio amico Zvone”.
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