VAR, Uva: “C’è disomogeneità. No al Challenge”

Il vicepresidente esecutivo della UEFA, l’italiano Michele Uva, parla del VAR, dicendo la sua sulla possibilità dell’introduzione del Challenge.

V.A.R.
L’indicazione del VAR a San Siro (©Getty Images)

Fa ancora discutere l’intervento del VAR in occasione del tocco di braccio di Calabria, che ha portato l’arbitro ad assegnare il calcio di rigore alla Juventus nei minuti finali del match di Coppa Italia contro il Milan a San Siro.
Il merito alla tecnologia nel calcio ha detto la sua Michele Uva, vice presidente esecutivo dell’Uefa, intervenuto a Radio Kiss Kiss: “Le modifiche del protocollo della Var fanno capo alla FIFA – afferma – Il protocollo deve essere modificato cercando uniformità a livello europeo, anche se non è semplice. Si vede che c’è abbastanza disomogeneità tra Spagna, Italia, Inghilterra. Si tratta comunque di una novità epocale per il calcio ed è un supporto importante per gli arbitri anche se la decisione finale spetta a loro. Il Var è solo un supporto.”.

In questi giorni si sta facendo avanti l’idea di introdurre nel mondo del calcio, come avviene in altri sport come il rugby, l’intervento del VAR, chiamato dalle squadre, il cosidetto Challenge: “Lo vedo come un’interferenza che va contro l’indipendenza della scelta dell’arbitro sulla decisione finale”, ammette Uva.

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