Mario Balotelli vuole aiutare il Brescia a salvarsi, ma non è facile. La squadra è penultima in classifica e ha cambiato nuovamente allenatore. Al posto di Eugenio Corini è arrivato Diego Lopez.
Il 29enne centravanti è senza dubbio il giocatore di maggiore spicco, però per la salvezza c’è bisogno di tutto il gruppo. Lui ha segnato 5 gol in 15 presenze e deve cercare di essere maggiormente continuo nel rendimento. Serve un cambio di passo da parte del Brescia e lui deve provare a trascinare i compagni.
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Balotelli su carriera e Ibrahimovic
Oggi Balotelli ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport e gli stato chiesto di commentare le ultime dichiarazioni di Mino Raiola. Il suo agente ha detto che il problema di Mario è essere già contento di ciò che ha fatto. Lui risponde: «Ma non è così, niente va bene, so di poter fare di più e non sono soddisfatto. Sono ancora in tempo per rimediare. Avrei potuto essere più in alto, forse, ma non mi pento delle mie scelte, né di qualche stupidata giovanile. Sono cresciuto, l’istinto sostituito con il lavoro. La svolta è stata a Nizza, ma anche l’ultima stagione al Milan è stata formativa. Nei primi anni pensavo che bastasse giocare bene e fare gol, che il calcio fosse tutto qui e non mi si dovesse chiedere altro. Ho incontrato allenatori con i quali c’è stata sintonia e altri che non mi hanno aiutato. A diciotto anni non capivo, ma non sono mai stato così stupido».
In merito alle bravate extra-campo compiute ha spiegato che poche sono vere rispetto a quelle che sono state raccontate dai media. Per quanto riguarda l’ultima espulsione con annesse due giornate di squalifica ha ammesso di aver mandato a quel paese l’arbitro, specificando che se venissero puniti tutti i vaffa rimarrebbero pochi giocatori in campo.
Balotelli è stato interpellato pure sul ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan: «Non me l’aspettavo, non l’ho sentito. Ci siamo visti prima della partita con il Milan quando sono andato in albergo a salutare la squadra».
L’attaccante del Brescia ha sempre il Milan nel cuore, ma non dimentica i trascorsi nell’Inter: «Il Milan è il Milan. Ma al tempo stesso non ho alcun problema con l’Inter, non io almeno. L’Inter mi ha dato tanto, tutto è partito da lì, il settore giovanile, Mancini, la gente. Mancini è la principale figura della mia carriera, le due occasioni in cui abbiamo discusso aveva sempre ragione lui».
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