Simon Kjaer ha parlato del suo trasferimento al Milan, che lo ha prelevato in prestito con diritto di riscatto dal Siviglia dopo l’avventura all’Atalanta.
Da oggi Simon Kjaer si è ufficialmente trasferito al Milan. Il 30enne difensore centrale danese arriva in prestito con diritto di riscatto dal Siviglia, dopo i mesi trascorsi all’Atalanta.
Il giocatore ha rilasciato alcune dichiarazioni ai canali ufficiali del club rossonero: «Il Milan è un sogno per me. Si tratta di una società storica che ha avuto i campioni più forti della storia del calcio. Qui ci sono stati probabilmente i difensori centrali più forti del mondo. Maldini, Baresi, Nesta… Per me è stato un sogno per tanti anni e finalmente sono qui. Mi ispiro a Paolo Maldini».
In passato al Milan ci sono stati altri danesi come Laudrup, Helveg, Laursen e Tomasson ad esempio. Kjaer in merito commenta: «Ho parlato con Tomasson una settimana fa. Mi ha parlato bene del club e della città».
Gli è stato chiesto quale sia il suo obiettivo adesso in maglia rossonera: «Portare la squadra più in alto possibile. Qui ci sono tanti giovani e giocatori con molta qualità. Un progetto molto interessante. Arrivo in prestito, ma spero di far vedere che possono rimanere qui».
Sulla scelta del numero 24 ha spiegato quanto segue: «In Danimarca ho iniziato col 4, lo aveva indossato anche mio padre quando giocava. Poi ho sempre cercato di giocare con quello. Se non c’era usavo il 14, 24, 34, 44… In questo caso c’erano il 14 e il 24 liberi, mio padre mi ha ricordato che il 24 è quello con cui iniziai in Italia e spero di fare bene».
Kjaer è il capitano della Danimarca, ruolo molto importante e di grande responsabilità: «Un onore per me, difficile spiegare le emozioni che si provano nel rappresentare la tua nazione».
A Bergamo ha giocato poco, ma il difensore danese fisicamente sente a posto: «Molto bene. Sono allenato al 100%, sono al top e pronto».
Viene interpellato pure su Zlatan Ibrahimovic, nuovo compagno con il quale si scontrò in una sfida tra il Fenerbahce e il Manchester United: «Zlatan è Zlatan, non ha bisogno che io dica quanto sia forte. Forse non è come 10 anni fa, però è ancora forte. Abbiamo visto a Cagliari che fa ancora la differenza».
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