Zlatan Ibrahimovic e la grande sfida al Milan: oltre a tutte le difficoltà, dovrà insidiare anche il tabù dell’ex. In tanti hanno fallito al rientro in rossonero: c’è una sola eccezione.
Zlatan Ibrahimovic contro tutti e tutto. Il tempo che scorre, la sfida quasi impossibile in questo Milan decaduto e la lotta col suo stesso fantasma del passato. Ma non solo. Come evidenzia Tuttosport oggi in edicola, lo svedese ha anche un altro nemico per questa nuova avventura rossonera: il tabù dei ritorni degli ex.
In questi anni, infatti, un solo giocatore sembrerebbe esserne uscito quasi indenne da questa sfida: Ricardo Kaká. L’unica eccezione – evidenzia il quotidiano – è forse il brasiliano di ritorno dal Real Madrid. Non poteva fare certo faville come nella stagione del 2007, ma il sudamericano riuscì comunque a lasciare un’ottima impressione. E il bottino personale anche fu positivo: 7 goal in 30 presenze con Clarence Seedorf in panchina dopo l’esonero di Massimiliano Allegri.
In quella squadra c’era anche Mario Balotelli, il quale però non riuscì a riscattarsi durante il bis. Rispetto alle 14 reti in 30 gare della prima sfida milanista, il ritorno è stato un grosso flop: soltanto un’esultanza personale nel campionato 2015-16. Complice anche un infortunio, SuperMario non riuscì a mettersi in mostra e non venne riscattato dal Milan.
Così come decisamente opaco chi anche lo ‘Shevchenko bis‘: nemmeno una rete in campionato quando nel 2008 torna nel capoluogo lombardo. Solo un centro in Coppa Italia e in Coppa Uefa. Piuttosto malinconico anche il nuovo tentativo di Kevin Prince Boateng del 2016: dopo due stagioni non esaltanti con lo Schalke 04, nemmeno l’aria milanese fu sufficiente a rilanciarlo come in passato.
Non andò bene nemmeno a Davide Beckham, sfortunatissimo però nell’occasione del rientro: giunto in prestito durante la pausa della Major League Soccer dove era tesserato con il Los Angeles Galaxy, il centrocampista rimediò la rottura del tendine d’Achille che lo costringe a un intervento chirurgico in Finlandia.
Dunque – conclude Ts – ora tocca a Ibrahimovic. E dovrà farlo da una posizione ancor più svantaggiosa rispetto a chi lo ha preceduto: l’età. Gli altri avevano infatti al massimo 34. Lo svedese sfida se stesso a 38 in proiezione dei 39 in caso scattassero gli altri 12 mesi successivi.
Ibrahimovic, c’è un grande obiettivo dietro il sì al Milan