E alla fine Ibrahimovic si scoprì fragile. Come infatti svela il CorSera oggi in edicola, nella mente dello svedese albergano timori di non essere all’altezza delle aspettative.
Milan, la strada si spiana ma Zlatan Ibrahimovic non si pronuncia. Come infatti riferisce il Corriere della Sera oggi in edicola, giorno dopo giorno, mentre Zlatan prende tempo, l’elenco dei corteggiatori si assottiglia. Il che sarà pure un vantaggio per il Diavolo, ma servirebbe anche la possibilità di un affondo finale per spuntarla definitivamente.
“Deciderà a metà dicembre”, aveva detto erroneamente Sinisa Mihajlovic. “Non verrà al Bologna, è stata una bella suggestione”, ha poi aggiornato qualche giorno più tardi il Ds Walter Sabatini. “Avevamo pensato a Ibra con Ancelotti alla guida. Ora abbiamo altre priorità”, ha concluso invece Aurelio De Laurentiis.
Nel frattempo ci ha provato anche il Monza di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, i quali, sfruttando la tela di rapporti diplomatici, hanno addirittura avanzato una proposta concreta. Ma ora nemmeno più i due formidabili sognatori ci credono più. E non sarà nemmeno l’Everton la prossima meta di Ibra, nonostante l’approdo di Ancelotti pronto a firmare un contratto fino al 2024.
Dunque restano due sole opzioni in gioco: il Diavolo o il ritiro. Un’attesa che tuttavia che sta spazientendo il Milan, il quale aspetta una risposta da un mese e mezzo. Ma ormai è ovvio che più passano i giorni e più si affievoliscono le speranze, tanto più ora che l’attaccante non intende derogare dal proposito di svolgere le vacanze di Natale con la propria famiglia.
Chi lo sente con regolarità – si legge sul CorSera – rivela gli umori ondivaghi del giocatore, un giorno convinto di poter stupire ancora nel nostro campionato e la mattina dopo avvilito dagli acciacchi. Quell’Ibrahimovic sfrontato adesso sembra accusare momenti di debolezza e coltiva timori di non essere all’altezza delle aspettative.
Zvonimir Boban e Paolo Maldini lo hanno rassicurato a più riprese, spiegandogli che da lui, più che un miracolo tecnico, si aspettano un supporto morale e di leadership. Il tutto sempre con i problemi contrattuali sullo sfondo, con un’intesa che manca sia sul piano della durata che economico. Ma il vero dubbio è un altro: essere di nuovo re o ritirarsi vivendo di ricordi? E’ questo è il problema.
Milan-Todibo, dirigenza fiduciosa. Ma serve una cessione per l’affondo