Maldini: “Stiamo parlando con Ibrahimovic, abbiamo anche altre opzioni”

Milan, parla il Dt Paolo Maldini. Intervenuto ai microfoni di Sky nel prepartita, il dirigente ha parlato della trattativa per Ibrahimovic e non solo. 

Paolo Maldini
Paolo Maldini (©Getty Images)

Arrivano le dichiarazioni di Paolo Maldini nel pre partita di Milan-Sassuolo. Incrociatosi con Roberto Donadoni nel collegamenti a Sky, il Dt ha ricordato innanzitutto i vecchi tempi rossoneri: “Lui era chiamato osso perché non mollava mai. Credo che il segreto di quella squadra, durata più di 20 anni, era fare gli allenamenti come le partita. Poi con Donadoni era semplice: gli si passava palle, si correva davanti e ci si ritrovava col pallone tra i piedi”. 

E a proposito della sua storia milanista, Maldini racconta il suo ricordo più bello: “L’esordio, anche perché assolutamente inaspettato. Avevo in panchina con me tanti giocatori con più esperienza, ma sapevo dell’affetto e che il mister mi considerava molto. Quella fu una grande considerazione che credesse in me”.  

Tornando invece al presente, il direttore tecnico torna su Marco Giampaolo e commenta così l’operato di Stefano Pioli: “Abbiamo fatto una scelta precisa quest’anno, con un allenatore che avesse un concetto forte di gioco. Una scelta che rifarei. Poi la cosa non ha funzionato con Giampaolo, mentre Pioli ha portato il suo modo di essere. E’ una persona molto diretta con i giocatori e che ha grande personalità. E’ in assoluta sintonia col gruppo e con la dirigenza. Il gruppo ha poi dimostrato di essere una buona suadra. Costruita bene, con qualche difetto soprattutto dovuto dalla poca esperienza, ma costruita bene”.  

Regalo Ibrahimovic per i 120 anni di storia? “Sicuramente è un’opzione, abbiamo parlato e lo stiamo continuando a farlo. Ci sono anche altre opzioni, questo bisogna dirlo, ma va anche detto che più si ava avanti e più diventa complicata. E’ difficile per un 38enne restare fermo così tanto tempo. L’alternativa? E’ in base a ciò di cui abbiamo bisogno. Sinceramente siamo aperti a vedere giocatori di talento al di là del ruolo. Abbiamo il problema Duarte che ci ha messo un po’ in crisi in difesa anche se Caldara sta tornando a un livello di forma buono”. 

Sull’importanza della famiglia Maldini nella storia del Milan: “Il fatto che io abbia iniziato a giocare in una squadra dove mio padre ha fatto la storia, sicuramente è una cosa incredibile. Così come lo è che i miei due figli abbiano giocato in questa squadra con Daniel affacciatosi anche in prima squadra. E’ come se fosse una favola questa storia”. 

Infine sui suoi allenatori: “Ho avuto una fortuna incredibile, perché a Liedholm piacevano tanto i giovani. Se avessi iniziato con Sachci, sarebbe stato più difficile. Ma con ci sarebbe stato un grande Milan senza di lui. O quanto meno non sarebbe stato così forte il segno lasciato in Italia. Capello l’ho avuto in primavera e mi ha fatto capire di non dovere temere nessuno. Ancelotti è stato un allenatore perfetto per il mio fine carriera, con un rapporto consolidatosi negli anni”. 

Perché il Milan non dà un ultimatum a Ibrahimovic 

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