Protagonista della nostra rubrica, in positivo, è Krzysztof Piatek. Prestazione d’alto livello per il centravanti rossonero in Bologna-Milan. Ecco l’analisi dettagliata.
Lo abbiamo criticato e attaccato pesantemente, forse anche ingenerosamente, ma le prestazioni non erano del livello della maglia che indossava. Lo sapeva lui, lo sapevano i tifosi.
Prove negative, anche per colpa della squadra, ma quando non si segna la colpa ricade sempre sull’attaccante. Stefano Pioli però ha creduto fortemente in Krzysztof Piatek, dandogli continua fiducia. Lo ha sempre schierato titolare nelle ultime partite, e non è solo per mancanza di alternative. Perché seppur potesse convincere meno in allenamento, Rafael Leao poteva anche essere provato almeno una volta titolare.
E invee il mister ha insistito e continuato su Piatek, difendendolo a spada tratta contro gli attacchi giornalistici. Anche nel post-partita di Parma ha risposto in maniera forte ad una critica della collega in sala stampa. Pioli ha continuato a dribblare il “problema Piatek”, ripetendo che non c’era alcun problema Piatek.
Un segnale che il polacco ha recepito forte e chiaro: “Ci sono” e a Bologna si è visto eccome. È stato il migliore in campo a nostro avviso, se non altro al pari di Bonaventura, con Theo Hernandez appena dietro per qualche errore difensivo evitabile.
Piatek, ora non fermiamoci
La prestazione del Dall’Ara di Krysz ha stupito particolarmente per la voglia e la tenacia nel lottare su ogni pallone. Anche nei duelli aerei, quasi sempre vincenti contro i centrali rossoblu. Grinta, ma anche furbizia, come mostrato in occasione del rigore procurato dopo appena dieci minuti di gioco.
E quanto pesava quel pallone sul dischetto per lui. E per noi. E per Pioli, che si è lasciato andare ad un’esultanza liberatoria nel momento in cui Piatek ha spiazzato con fredezza il portiere. Si è preso le responsabilità e ha calciato un rigore perfetto, di precisione e non di rabbia, come poteva essere più facile fare in quel momento.
Quella di Bologna deve essere la prestazione della svolta, dell’inizio di una lunga serie di partite giocate ad alti livelli. Prima della sosta ci sono due snodi importanti: il match in casa con il Sassuolo e poi la trasferta a Bergamo con l’Atalanta che la scorsa stagione ci ha “scippato”, seppur meritandolo, quel dannato piazzamento in Champions League che poteva cambiare la storia recente di questa squadra.
Il Milan e Piatek devono insistere, trovare forza, morale e continuità. La rinascita è partita dall’Emilia-Romagna, tra Parma e Bologna, e non si deve arrestare. Il cammino è ancora lungo, forza!
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