Il Bologna, condizionato dall’assenza di Sinisa Mihajlovic, ha avuto troppi alti e bassi in questa stagione e cerca un po’ di continuità. Il nostro approfondimento sui prossimi avversari del Milan, nella quindicesima giornata di Serie A.
Il Bologna vuole tornare sulla strada maestra, quella tracciata l’anno scorso da Sinisa Mihajlovic. Il dramma del tecnico serbo è stato un duro colpo per la squadra, provata a livello emotivo e confusa senza il suo condottiero. Le colpe dei giocatori sono relative, non era facile gestire questa situazione e in qualche modo hanno limitato i danni. Non sempre sono arrivati i risultati, ma la classifica non è da buttare via.
In questo momento sono al 12°posto con la Fiorentina, a meno uno dal Milan e staccati sei punti dalla zona retrocessione. Il ritorno a tempo pieno di Mihajlovic, almeno negli allenamenti, si è già fatto sentire e domenica scorsa è arrivata l’impresa col Napoli. Un successo di prestigio che rialza le ambizioni rossoblù, non appagati da una salvezza tranquilla. L’obiettivo è ripetere il finale della passata stagione, serve un cambio di marcia per andare oltre i propri limiti e puntare sempre più in alto.
La grave malattia di Sinisa Mihajlovic ha scosso tutto il calcio italiano e ovviamente il Bologna, in continuo pensiero verso il suo allenatore. La squadra ha cercato di reagire a questa terribile notizia, ma non è stato sempre possibile superare le difficoltà. L’impatto a livello psicologico è stato a tratti positivo e negativo, alternando grandi prestazioni a brutte sconfitte. Il problema principale, oltre all’aspetto emozionale, è stato preparare e giocare la partita senza la propria guida in panchina. Il tecnico serbo, a maggior ragione dopo questa battaglia, è un punto di riferimento per questi ragazzi che si sono un po’ smarriti senza i suoi comandi.
Per questo Mihajlovic, nonostante tutte le cure, è restato alla guida del Bologna perché sapeva che prima o poi sarebbe tornato. Una decisione condivisa da società e tifosi, sempre a sostegno e riconoscenti del suo coraggio. In questi mesi ha fatto tutto il possibile per stare vicino alla squadra, restando in contatto diretto e qualche volta andando addirittura in panchina. L’ultima volta risale allo scorso ottobre con la Juventus e adesso che sta meglio non vede l’ora di ricominciare. Per adesso ha ripreso gli allenamenti sul campo con la stessa grinta e intensità di sempre, dimostrando tutta la sua forza.
Passando alle gare giocate, il punto debole del Bologna sembra essere la fase difensiva. I risultati saranno anche altalenanti, ma i gol subiti sono una costante da inizio stagione. Nelle prime 14 giornate, i rossoblù hanno tenuto solo due volte la porta inviolata con Spal (1-0) e Genoa (0-0), due tra i peggiori attacchi del campionato. Nelle restanti partite hanno sempre raccolto la palla in porta, il più delle volte anche due. Non è un caso che tutte le squadre avanti in classifica, hanno numeri migliori sotto questo aspetto. Il problema non è soltanto la qualità dei singoli, ma l’attitudine offensiva e la cattiva gestione delle partite. Il Bologna concede molte occasioni perché cerca sempre la vittoria e si espone a inevitabili rischi.
I concetti sono legati tra loro e in questo contesto la ricerca dell’equilibrio diventa più difficile, considerando anche i limiti tecnici. Gli emiliani non possono pensare di attaccare per novanta minuti e magari non difendere un pareggio contro una grande squadra che può sempre punirti come accaduto con Roma, Lazio e Inter. Insomma Mihajlovic preferisce giocare testa a testa contro tutte e su ogni campo sapendo di averci almeno provato. Una mentalità ambiziosa e combattiva che può andare bene nel girone d’andata, un po’ meno quando i punti inizieranno a pesare. Tutto dipende dalla condizione degli stessi giocatori che, per sostenere questi ritmi, devono andare a mille e non possono rilassarsi.
Un esempio è Riccardo Orsolini che sta faticando nelle ultime partite e contro il Napoli è addirittura uscito a fine primo tempo. Mihajlovic non guarda in faccia nessuno e chi non garantisce il massimo resta fuori. Per altro la mossa specifica è stata azzeccata perché Skov Olsen ha segnato il momentaneo 1-1. Un avvertimento per il classe ’98 che adesso rischia il posto: se partirà titolare col Milan dovrà cambiare passo e tornare a giocare ad alti livelli. II Bologna farà di tutto per recuperarlo perché ha bisogno delle sue qualità, come nel finale della passata stagione quando è stato uno dei trascinatori.
Un percorso di crescita passa anche dalla bocciature, ma il talento di Orsolini non si discute e l’ha dimostrato anche in Nazionale, segnando e fornendo un assist all’esordio. In questo campionato sono due i centri dell’ex Ascoli, entrambi in trasferta contro Sassuolo e Brescia. Al Dall’Ara non si è ancora sbloccato, anche se ha fornito diversi assist che stanno diventando il suo marchio di fabbrica. Domenica sera può essere la partita della svolta, ha l’occasione di rialzarsi e rispondere con i fatti alle ultime critiche. In parte l’ha già fatto in Coppa Italia, dove è stato uno dei migliori a fronte però di una brutta sconfitta.
Il Bologna infatti è stato eliminato dalla Coppa Italia con un netto 4-0 con l’Udinese. Un risultato pesante che servirà da lezione alla squadra di Mihajlovic, apparsa arrendevole e poco determinata a passare il turno. Alla Dacia Arena c’erano in campo quasi tutte le riserve ma non c’è giustificazione a questa figuraccia. A parte qualche giovane al debutto ufficiale, le seconde e terze linee rossoblù non sono state all’altezza e il loro approccio può costare caro. Conoscendo il tecnico serbo sarà infuriato per questa disfatta, anche se l’ampio turnover ha i contorni di una mezza resa come accaduto nelle scorse edizioni.
Un peccato per il Bologna che, invece di concentrarsi solo al campionato, potrebbe fare strada o almeno impegnarsi anche in Coppa Italia. Sulla carta il turno con l’Udinese era anche favorevole e poteva essere l’occasione per sfidare la Juventus agli ottavi di finale. La squadra e lo staff invece ci hanno quasi rinunciato, preferendo gestire le forze e concentrarsi per la partita contro il Milan. Di sicuro però c’è modo e modo di perdere e le dimensioni di questa sconfitta non sono piaciute a nessuno. In una competizione, aldilà di chi scende in campo e delle difficili circostanze, ci vuole sempre il massimo impegno fino alla fine.
A questo punto, dopo l’indifferenza di Coppa Italia, ci aspettiamo un Bologna carico e molto agguerrito in campionato. Il rientro dei titolari può aiutare, ma i punti si conquistano sul campo e il Milan vuole rispettare la tradizione. Il Diavolo infatti non perde questa trasferta da 17 anni, ovvero dal lontano 2002. Un terreno fertile per i colori rossoneri che l’anno scorso però furono bloccati sullo 0-0. In ogni caso Mihajlovic schiererà il classico 4-2-3-1 senza gli infortunati Djiks e Soriano, fuori come Medel squalificato.
La formazione allora vedrà Skorupski in porta, difeso dalla coppia centrale Bani-Danilo e dalla corsie esterne occupate da Tomiyasu e Denwil che può giocare a sinistra al posto di Krejci. In mezzo al campo toccherà all’ex Poli e Dzemaili rompere e costruire il gioco per i trequartisti Orsolini, Svanberg e Sansone. La mina vagante rimane Skov Olsen che insidia una maglia ai primi due. Davanti invece non si tocca Palacio, esempio e anima di questo gruppo.
Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Tomiyasu, Bani, Danilo, Denwil; Poli, Dzemaili; Orsolini, Svanberg (Skov Olsen), Sansone; Palacio.
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