L’ex AD è tornato a parlare: “L’anno della finale con la Juve il godimento massimo”
Adriano Galliani torna a parlare del Milan. L’ex Amministratore Delegato, oggi al Monza, al Corriere dello Sport, confessa il suo amore incurabile per i colori rossoneri: “Le racconto questa. Manchester 2003, sempre quella finale, i rigori, dopo Del Piero che lo segna tocca a Sheva. Gol, siamo nuovamente campioni d’Europa. Qualche sera dopo ci ritroviamo a festeggiare il titolo al Castello Sforzesco, io passo per i tavoli e a un certo punto mi fermo a quello in cui è seduto un famoso psichiatra, ora non ricordo il nome. Gli dico: ‘Professore, da alcuni giorni sogno Shevchenko che va sul dischetto, tira e sbaglia il rigore decisivo. E’ grave?’ e lui ‘Incurabile’!”
Impossibile non strappare una battuta per l’affare del momento. Zlatan Ibrahimovic è il sogno del club rossonero ma i rossoneri dovrebbero puntare anche su altri profili per rinforzare la squadra: “Non parliamo di Ibrahimovic – afferma – oggi è affare di altri. Il Milan non è per tutti, anche per giocare a San Siro occorrono il phisique du role e la necessaria esperienza. I calciatori che provengono da squadre piccole faticano, al primo pallone stoppato male si sente distintamente il mugugno del muro. ‘Il metro a San Siro è un metro e dieci’, questa è di Ariedo Braida, copyright Braida, lo scriva“.
Più facile, invece, parlare di un altro amore, quello che prova per Carlo Ancelotti, l’ultimo mister ad aver alzato in cielo la Champions League al Milan: “L’amore? Se ne possono avere più di uno o due, me lo lasci dire. Cinque anni da calciatore e otto da allenatore, 4 coppe dei campioni, due e due. Pensi che con Carlo avremmo potuto vincerne cinque di fila, non dimentico la partita di Barcellona, Eto’o costretto a fare il terzino per fermare Cafu. Il godimento massimo, però, l’anno della finale con la Juve. L’Inter in doppia semifinale, la Juve in finale. Cosa può sognare di più bello un milanista?“.
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