C’è il Milan dietro l’annuncio di Zlatan Ibrahimovic? Come evidenzia La Gazzetta dello Sport, nel suo discorso ci sono due parole che, unite, sembrano un indizio piuttosto chiaro.
E’ il Milan la squadra scelta da Zlatan Ibrahimovic. Oltre al Corriere della Sera ne è sicura anche La Gazzetta dello Sport oggi in edicola. Come infatti riferisce il quotidiano, dopo le dichiarazioni rilasciate al mensile GQ Italia, tutto lascia pensare che sia il Diavolo la scelta finale del 38enne svedese.
Ecco quanto annunciato dall’attaccante: “Andrò in una squadra che deve vincere di nuovo, che deve rinnovare la propria storia, che è in cerca di una sfida contro tutti. Solo così riuscirò a trovare gli stimoli necessari per sorprendervi ancora”.
Annuncio Ibrahimovic: ecco l’indizio pro-Milan
Parole che sembrano tagliare fuori un club di livello inferiore come il Bologna, primissimo rivale del Milan in questo rush finale. Il campione scandinavo ha anche specificato che: “Come calciatore non si tratta solo di scegliere una squadra, ci sono altri fattori che devono quadrare. Anche negli interessi della mia famiglia”. Poi la conferma finale: “Ci vediamo presto in Italia”.
Come evidenzia la rosea, sono in particolare due parole che sembrano dei chiari indizi pro Milan. Ossia ‘club dal grande prestigio’ e ‘Italia’. Un accoppiamento che sembrerebbe portare dritto a Milanello, la sua vecchia casa che avrebbe a questo punto riscelto dopo aver accantonato le lusinghe cinesi e inglesi.
Paolo Maldini e Zvonimir Boban, intanto, sono in attesa e restano convinti di aver presentato un’offerta più che dignitosa al centravanti, soprattutto considerando l’età e il campionato da cui proviene. Un budget avallato anche da Elliott Management Corporation, col fondo pronto a eccepire alla politica dei giovani varata quest’anno.
La dirigenza si aspettava un sì già in queste ore, ma quest’apertura ora appare davvero incoraggiante e anche l’intero ambiente inizia a crederci. Ibra ha poi concluso così il suo discorso: “Ci sono calciatori che giocano a calcio e altri che pensano il calcio. Quando uno pensa inventa un nuovo modo di fare calcio, gli altri seguono e basta. Io amo fare la differenza. Non voglio fare bene solo una o due cose, voglio farle bene tutte”.
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