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Milan, il problema resta l’attacco: serve un bomber

Milan, dal Tardini l’ennesima conferma: serve un centravanti a gennaio. I numeri riferiscono di un Diavolo che costruisce e tira ma non segna. Urge una svolta immediata. 

Krzysztof Piatek (©Getty Images)

Contava solo vincere in casa Milan. Poi stop. Almeno per il momento, considerando una sola vittoria contro la Spal nelle ultime sei partite prima di ieri.

E una vittoria è arrivata allo stadio Tardini. Sofferta, fradicia e ansiosa ma comunque meritata come evidenzia anche il Corriere della Sera oggi in edicola. Poi il resto si vedrà, ma intanto era questo quel che serviva alla squadra di Stefano Pioli comunque in crescita nelle ultime giornate.

Ma guai a proclami, eccessivi ottimismi e sogni d’Europa adesso. Non è il momento, non serve e non aiuta. Perché la classifica resta pessima e l’undicesimo posto vale comunque il lato destro della classifica. Ecco perché il tecnico, saggiamente, ha optato per il profilo basso nell’immediato post partita: “Dobbiamo essere realisti e concentrati, non abbiamo cancellato il brutto momento, le sensazioni però sono positive”. 

Detto ciò, il problema principale del Diavolo era e resta l’attacco. Tant’è che ci ha dovuto pensare ancora Theo Hernandez ieri, mentre il reparto offensivo si è reso protagonista di una serie quasi farsesca di errori davanti alla porta. Il Milan ora crea ma non finalizza, come dimostrano i numeri: quasi il 70 per cento di possesso palla e 27 conclusioni in porta.

Manca un finalizzatore, uno che davanti al portiere non tremi e faccia il suo dovere. Che sia Zlatan Ibrahimovic o chi altro, a gennaio qualcosa si dovrà fare. Non può essere sempre un terzino a risolvere la questione, né si può attendere in eterno la resurrezione del Pistolero.

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Scritto da
Pasquale Cacciola