La dirigenza del Milan vuole il ritorno di Zlatan Ibrahimovic. C’è stato il consenso di Elliott all’operazione, ma non di Ivan Gazidis: è scontro.
Il Milan è tutto unito per il ritorno di Zlatan Ibrahimovic da gennaio 2020. Tutti, da Elliott ai tre front-man dirigenziali Boban-Maldini-Massara, tranne uno: Ivan Gazidis.
L’amministratore delegato rossonero sembra non condividere l’operazione. Come già successo la scorsa stagione dove sempre lo svedese, con Gattuso in panchina, poteva tornare. Il motivo è dato proprio dai dettami che il manager sudafricano ha imposto al suo arrivo: puntare su giocatori giovani e dal grande potenziale. Non a casa il Milan è la squadra con la rosa più giovane della Serie A.
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Scontro Elliott-Gazidis: le due posizioni
Il giornalista Luca Pagni sul proprio sito ha riferito di uno scontro interno alla dirigenza: ovvero tra la proprietà Elliott e Gazidis. Spieghiamo nel dettaglio la situazione.
LA POSIZIONE DI GAZIDIS – “Gazidis ritiene che sia una spesa eccessiva per un giocatore di 38 anni. E si richiama al “principio” della politica fin qui perseguita dal Milan: puntare su giovani di qualità e prospettiva sperando di trovare i campioni di domani o comunque giocatori con cui monetizzare sul mercato”.
LA POSIZIONE DI ELLIOTT – “La proprietà vede in Ibra una opportunità fondamentale per ridare slancio a una stagione fin qui fallimentare: potrebbe riportare entusiasmo tra i tifosi, sarebbe fondamentale per alzare il tasso di esperienza della rosa rossonera tra le più giovani della Serie A, ma soprattutto alzerebbe il tasso di personalità di una squadra che ha perso più di una partita per essersi sfarinata al momento decisivo.
Ma, perché no, anche uno strumento di marketing commerciale essendo uno dei giocatori più noti e carismatici del mondo del pallone globale”.
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Milan, l’eccezione Ibrahimovic
Non solo Elliott favorevole alla trattativa Ibra. Anzi, il proprietario si sarebbe fatto convincere proprio dalle volontà di Paolo Maldini e Zvonimir Boban su tutti: “Non lo considerano un investimento, ma l’equivalente dell’ingaggio di un consulente che deve rimediare a una situazione difficile. Una tantum che non contraddice la politica sui giovani, essendo da considerare una eccezione”.
Elliott – la famiglia Singer dunque – ha colto “l’eccezionalità del momento, con il Milan che non può permettersi di restare un altro anno fuori dall’Europa. E sono convinti di avere un buon gruppo di giovani a cui manca quel quid di esperienza che potrebbe riportarli nelle parti alte della classifica in tempi brevi. E con tutto il girone di ritorno si può fare”.
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