Quello del Napoli non è il primo ammutinamento. C’è un precedente: era il Bologna di Stefano Pioli, che nel 2013 rifiutò il ritiro.
Sta facendo grosso clamore mediativo il cosiddetto ammutinamento dei giocatori del Napoli contro il ritiro imposto dalla società. Ma c’è un precedente simile che i colleghi di calciomercato.com ricordano, con Stefano Pioli protagonista.
Stagione 2013/2014, il Bologna allenato dall’attuale tecnico del Milan ha iniziato nel peggiore dei modi la stagione e mentre la società pensa già al sostituto, proprio il mister decide di ordinare il ritiro. Una delle principali problematiche di quella squadra è che Pioli e un paio di leader dello spogliatoio bolognese non si sopportano più, il rapporto di fiducia si è incrinato.
La società accetta la decisione del mister e fissa la sede del ritiro alla Borghesiana, a Roma. Il lunedì successivo alla sconfitta per 3-0 contro la Fiorentina, e un penultimo posto che sa di retrocessione ormai prossimo, arriva il pullman che dovrà portare la squadra a Roma. Era il 16 dicembre 2013.
La squadra non si presenta all’appuntamento, anzi: una delegazione degli 8 giocatori più rappresentativi va a parlare con l’allora presidente, Albano Guaraldi, chiedendo l’annullamento del ritiro e l’esonero di Pioli.
La resistenza della società è minima, visto che stavano già pensando ad un cambio in panchina, e accetta la presa di posizione della squadra.
Si continua ancora con Pioli. Arriva una vittoria in casa contro il Genoa, gol di Alessandro Diamanti. La curva del Bologna sta tutta con il mister, e intona: “Fino alla fine Stefano Pioli”. La squadra esce momentaneamente dalla zona retrocessone, ma perde contro il Catania al Massimino e salta la panchina.
Si parla di Roberto Baggio come sostituto, ma alla fine arrivò Davide Ballardini. Come se non bastasse, Diamanti fu ceduto in Cina e la squadra perse il suo leader tecnico. Niente da fare per il Bologna che alla fine arriverà penultima, finendo in Serie B insieme a Livorno e Catania.
Mentre Stefano Pioli, uscito delegittimato dalla scelta della società che avvallò l’ammutinamento dei calciatori, in estate cambiò squadra. Firmò per la Lazio, dando una svolta in positivo alla sua carriera di tecnico. Il quarto posto in biancoceleste, poi le esperienze con Inter, Fiorentina e adesso Milan.