Articolo scritto da Matteo Sfolcini
La Lazio è in striscia positiva, arriva da due vittorie e vede la zona Champions, a un punto di distanza. Il nostro approfondimento sui prossimi avversari del Milan.
La Lazio è una delle squadre più in forma dal campionato e anche quest’anno sarà una mina vagante per l’Europa. Dopo dieci giornate si trova al 5°posto, insieme al Napoli e alla sorpresa Cagliari, a un solo punto dalla Roma con cui condivide gli ultimi risultati. La squadra di Inzaghi è imbattuta da cinque partite (tre vittorie e due pareggi) e non perde da oltre un mese. L’ultima sconfitta era arrivata contro l’Inter a San Siro, confermando i soliti difetti.
La Lazio infatti, a parte qualche trasferta, sbaglia raramente con le “piccole” ma il vero problema sono gli scontri diretti, dove lascia per strada troppi punti. Un fatto che continua a ripetersi e ogni anno rimanda quel salto di qualità, alla fine decisivo per puntare più in alto. La partita col Milan è una di queste, l’ennesima prova di maturità che diventa un’occasione ancora più grande visto che si giocherà Roma-Napoli.
Nel segno della continuità
L’anno scorso il ciclo della Lazio rischiava di finire, ma il successo in Coppa Italia ha ribaltato lo scenario. Alla fine infatti, nonostante l’ottavo posto in campionato, il bilancio della stagione è stato positivo come il giudizio su Inzaghi. La società infatti ha confermato per il quarto anno di fila il suo allenatore, contattato anche da altre squadre. Un segnale di fiducia e continuità del progetto, riflesso sulle scelte dei giocatori che anche quest’estate hanno rimandato il loro addio.
Il presidente Lotito è riuscito a trattenere i suoi gioielli, Milinkovic-Savic su tutti, ripartendo dalle solide certezze. E’ questo uno dei vantaggi rispetto alle dirette rivali, quasi tutte a inizio ciclo e ancora in fase di rodaggio. La Lazio invece ha mantenuto gli stessi uomini, un gruppo storico che si conosce a memoria e molto legato alla causa. Una realtà che negli ultimi anni, a livello di trofei, è stata l’eccezione allo storico dominio della Juventus e non ha nulla da invidiare alle altre antagoniste, condannate solo a piazzamenti.
Il cecchino Immobile
Al momento la Lazio ha anche il miglior bomber della Serie A, uno scatenato Ciro Immobile già a quota dodici reti. Una partenza da favola per l’attaccante biancoceleste, entrato nella storia di questa società e nel cuore di tutti i tifosi. Una media gol incredibile che certifica uno stato di grazia non certo casuale. Nell’attuale striscia positiva c’è il suo marchio in ognuna delle cinque partite, dove ha realizzato addirittura tre doppiette. Quello che sorprende non sono i gol, che ha sempre fatto, ma la capacità di incidere sulle partite, anche quando sembrano perse come con l’Atalanta.
Immobile non è soltanto il finalizzatore, è diventato uno dei leader e il trascinatore emotivo di questa Lazio, ormai dipendente dal suo numero 17. Quando parte dalla panchina, come spesso capita in Europa League, si è sentita la sua mancanza e la squadra fatica a fare risultato. Quest’anno però si punterà soprattutto al campionato, dove sarà sempre titolare al fianco di Correa o Caicedo. Le caratteristiche di Immobile sono perfette e si esaltano nei meccanismi di Inzaghi che lo sta rendendo al massimo in una stagione particolare anche in chiave Nazionale.
La forza dei singoli
La Lazio però non è soltanto Immobile, la punta dell’iceberg di una squadra ricca di talento che ogni anno migliora le sue individualità. La panchina sarà un po’ corta e poco fornita, ma il blocco dei titolari è uno dei migliori della Serie A. A livello di singoli e presi ruolo per ruolo, il 3-5-2 di Inzaghi è inferiore soltanto alle prime tre della classe. In particolare dal centrocampo in su, dove giocatori come Luis Alberto (autore di 6 assist!) e Milinkovic-Savic sono un lusso permesso a pochi. Tanta qualità e fantasia ma anche equilibrio, sostenuto dalla colonna Acerbi e dall’esperto Lucas Leiva, altri profili di grande spessore.
Non a caso la Lazio è il secondo miglior attacco con 22 centri, insieme all’Inter, ma anche la difesa menomale sta reggendo (un gol di media a partita). L’aspetto più positivo sono i numeri all’Olimpico, dove la squadra ha un’altra marcia e può giocarsela con chiunque. In casa infatti è ancora imbattuta, le difficoltà iniziano ad arrivare in trasferta quando capita di perdere le misure e non riuscire ad organizzarsi. Nelle ultime stagioni è successo troppo volte, condizionando la posizione finale di classifica. Il compito è limitare i cali di tensione e non farsi prendere dalla fretta, portando a casa anche qualche partita sporca.
L’attesa Champions
Quest’anno la Lazio punta alla qualificazione in Champions League. Dopo anni di crescita e sviluppo, si proverà l’assalto finale all’Europa che conta. La missione sarà molto complicata perché, per arrivare al 4°posto, devi arrivare davanti a Napoli o Atalanta che appaiono ancora favorite. La corsa sarà agguerrita fino alla fine e comprende anche la Roma, ma non ci sono altre soluzioni. Devi ridurre al minimo i passi falsi e non lasciare troppo terreno alle concorrenti, serve massima concentrazione in ogni partita.
L’eliminazione dell’Europa League può essere un vantaggio per la Lazio, più volte condizionate nel giocare giovedì sera con una rosa ridotta e dopo lunghi viaggi. Il rischio infortuni è dietro l’angolo e si sprecano tante energie mentali, decisive nel lungo periodo. Un rendimento alto e costante è la prerogativa per tornare in Champions, che in casa Lazio manca da oltre dieci anni. L’ultima fase a gruppi risale alla stagione 2007-08, l’unica della gestione Lotito che l’ha solo sfiorata quattro anni fa quando la squadra è uscita ai preliminari. Sulla panchina sedeva proprio Stefano Pioli, ora al Milan e prossimo domenica sera.
Milan-Lazio, la probabile formazione biancoceleste
La Lazio, come tutte le squadre, cambierà qualcosa dopo il turno infrasettimanale. E’ stata una settimana intensa e faticosa, ma finora perfetta. Per chiuderla in bellezza, provando a battere anche il Milan, Inzaghi si affiderà ai migliori undici e nessuno sarà risparmiato. Le ultime prove di formazione vanno verso un 3-5-2 con Strakosha in porta, l’ex Acerbi al centro della difesa, sostenuto da Luiz Felipe e Bastos che sono avanti rispetto a Patric e Radu, titolari contro il Torino. In mediana torna Lucas Leiva al posto di Cataldi, affiancato da Milinkovic e Luis Alberto. Sugli esterni si rivede Lazzarri sulla destra, dopo il turno di riposo, e viene confermato Lulic a sinistra. Davanti non si tocca Immobile che partirà dall’inizio in coppi con Correa, in netto vantaggio su Caicedo. Il capocannoniere della Serie A ha avuto una lussazione al pollice della mano destra, ma stringerà i denti e giocherà titolare.
Immobile è troppo importante per questa Lazio che proverà a vincere anche a San Siro, un evento rarissimo negli ultimi anni. E’ successo l’anno scorso in Coppa Italia, nella semifinale di ritorno decisa da Correa, ma in campionato non accade da una vita. Il Milan non perde in casa contro i biancocelesti dalla stagione 1989-90, quando un autogol di Paolo Maldini decise la partita. Un’assurda statistica che la squadra di Inzaghi vuole cancellare al più presto, per interrompere questo digiuno. L’anno scorso perse 1-0 col rigore di Kessiè, poi protagonista insieme a Bakayoko della presa in giro ad Acerbi. Il caso era andato addirittura in tribunale, adesso è archiviato ma il clima non sarà di certo amichevole. In palio ci sono punti pesanti, una vittoria può indirizzare la stagione.
Lazio (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Bastos; Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto, Lulic; Correa, Immobile.
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