La Spal, reduce dal pareggio col Napoli, ha sempre perso in trasferta e si presenta a San Siro in zona retrocessione. Il nostro approfondimento sui prossimi avversari del Milan.
La Spal arriva al turno infrasettimanale con soli sette punti, tutti conquistati al Paolo Mazza. Uno di questi è arrivato nello scorso week-end contro il Napoli, fermato 1-1 sullo stesso campo dove è crollata anche la Lazio. Al contrario però il rendimento in trasferta è un vero inferno (zero punti e zero gol!) e sta mettendo in pericolo la salvezza, conquistata per ben due anni di fila.
La squadra di Semplici infatti si trova al penultimo posto in classifica, insieme al Brescia e davanti solo alla Sampdoria. Una partenza sotto le aspettative dopo il finale della scorsa stagione, chiusa da una lunga striscia positiva. Quest’anno non sarà facile ripetersi perché il mercato e gli infortuni hanno bloccato la crescita della Spal, insidiata da avversari più attrezzati.
Quest’anno ci aspetta una corsa salvezza più equilibrata e senza sentenze in largo anticipo. La sfida sarà molto serrata perché il valore delle neopromosse sembra in linea con le dirette rivali. Non ci saranno il Chievo o il Frosinone di turno, si lotterà fino alla fine per evitare gli ultimi tre posti. Per questo molte squadre, come al Spal, saranno chiamate a fare tanti punti e magari superare la famosa quota 40.
Il campionato, come nelle posizioni di testa, è molto aperto anche in fondo alla classifica. La sensazione è che sarà così fino a maggio, quando si tireranno le somme e ognuno conoscerà il proprio destino. Quello della Spal, non solo per l’attuale scenario, rischia di essere la Serie B perché le difficoltà si sono moltiplicate. Il compito di Semplici non sarà facile, la rosa è la stessa ma privata di alcuni elementi fondamentali, ceduti o vittima di gravi infortuni.
La Spal è una piccola realtà del calcio italiano che fino a pochi anni fa giocava in Serie C. Il ritorno nella massima serie è stato già un miracolo per la storia recente e le disponibilità economiche della società. Un aspetto messo in luce dalle operazioni di mercato, sempre molto attente e proporzionate. Quest’estate per esempio la cessione di Lazzari (11 milioni alla Lazio) è servita per finanziare il riscatto di Petagna all’Atalanta (12 milioni), l’acquisto più caro della storia del club e non per un sostituto all’altezza.
La società infatti ha voluto puntare sulla continuità, riscattando il cartellino di altri giocatori presenti in rosa e affidandosi ai protagonisti dell’ultima salvezza. Una scelta in linea con la conferma di Semplici, ma troppo rischiosa per affrontare un campionato ancora più competitivo. L’esperienza e l’intesa tra i giocatori è un fattore chiave, ma in campo servono anche dei valori tecnici che le attuali risorse non sembrano garantire.
C’è da dire che la Spal non è stata fortunata. La rosa è già stretta e con pochi ricambi, in più ha subito perdite importanti nello stesso ruolo. Sulle corsie esterne infatti mancano Fares, mai utilizzato e fuori fino a gennaio, oltre a D’Alessandro e Di Francesco, sulla carta altri due titolari. Il primo tornerà verso febbraio, il secondo potrebbe rivedersi in campo dopo la sosta di novembre. Una brutta tegola per Semplici che, oltre all’addio di Lazzari, si è trovato a gestire una vera emergenza sulle catene laterali, uno dei punti di forza. Senza dimenticare altri problemi fisici, meno gravi, avvertiti in una partenza davvero infelice.
L’alibi degli infortuni è quasi un diritto per squadre come la Spal, con uomini quasi contati e con poche alternative di livello. Questo non toglie che le difficoltà della squadra siano collegate solo a questo aspetto o al mercato. I problemi infatti sono tanti e riguardano un insieme di cose, a partire dai limiti strutturali e tattici di una squadra abituata a giocare sempre allo stesso modo. Il 3-5-2 è un marchio di fabbrica che ha portato a grandi traguardi, forse però è arrivato il momento di cambiare qualcosa e trovare nuovi stimoli. A volte insistere sulla stessa strada può essere uno svantaggio, il rinnovamento non è una sconfitta.
Uno dei segreti della Spal è stato Leonardo Semplici, dal 2014 in panchina e primo artefice di questa favola. Il tecnico toscano è partito da molto lontano, scalando le varie categorie e meritandosi di arrivare in Serie A. Una storia d’amore che ha pochi precedenti in Italia, ma che prima o poi dovrà interrompersi. E’ questo un altro punto delicato che rischia di riflettersi sulla stagione. La sua carriera poteva già prendere altre strade, in piazze più importanti, ma alla fine è restato a casa per portare avanti la sua missione. Una scelta coraggiosa per uno dei migliori allenatori della scorsa stagione, ancora convinto dal progetto.
Le offerte ricevute forse non erano così vantaggiose, ma di sicuro erano un passo avanti e una nuova sfida a livello personale. Il pericolo adesso è non riuscire a riconfermarsi alla Spal, rischiando di aver perso una grossa opportunità. In questo modo Semplici ha quasi tutto da perdere, perché la cavalcata dell’anno scorso difficilmente sarà ripetibile. L’obiettivo minimo rimane la salvezza, ma anche quella potrebbe saltare e macchiare il suo curriculum. Di certo non ha guardato a se stesso e al portafoglio, una scelta onorevole in un calcio sempre meno legato ai sentimenti. Poi c’è l’aspetto sportivo e chiunque, anche un simbolo come lui, sarà messo in discussione in caso di altri risultati negativi.
La Spal non cambierà molto rispetto al pareggio ottenuto col Napoli. Giovedì a sera, nel posticipo a San Siro, dovrebbe presentarsi col solito 3-5-2 e senza rivoluzioni. In porta ci sarà Berisha, una delle poche certezze, dietro al trio difensivo Cionek, Vicari e Tomovic (al posto di Igor) che invece sta soffrendo più del previsto. Sugli esterni gioca Strefezza a destra, sorpresa di inizio stagione, e Reca a sinistra con Murgia, Missiroli e Kurtic a completare il centrocampo. Lo sloveno però ha avuto un piccolo problema fisico e rimane in ballottaggio con Valdifiori, anche se dovrebbe stringere i denti. Davanti non si tocca l’ex Petagna, che sarà affiancato da Paloschi o Floccari, sempre in lotta per l’ultima maglia.
La squadra di Semplici può sfruttare la crisi del Milan, ma partirà ancora come sfavorita per precedenti e classifica. Negli ultimi quattro incroci hanno sempre vinto i rossoneri, che hanno un’ottima tradizione e non possono più sbagliare. D’altronde la Spal non ha ancora fatto punti in trasferta (0-8 i gol) e un altro pareggio sarebbe intollerabile contro un avversario ancora più in difficoltà a livello di numeri. Poi a parlare sarà il campo e quando gioca il Milan, le sorprese non mancano mai.
Spal (3-5-2): Berisha; Cionek, Vicari, Tomovic; Strefezza, Murgia, Missiroli, Kurtic (Valdifiori), Reca; Petagna, Paloschi (Floccari).
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