Gandini: “Roma-Milan esame di maturità. Esonero Giampaolo? Ci sta”

Roma-Milan, intervista al doppio ex Umberto Gandini. Lo storico dirigente rossonero, con un recente passato in giallorosso, ha commentato il big math dell’Olimpico e le ultime vicende milanista. 

Umberto Gandini
Umberto Gandini (©Getty Images)

Roma-Milan, parla Umberto Gandini. 23 anni di Milan come direttore esecutivo, poi il ruolo di amministratore delegato dal 2016 al 2018 in casa capitolina. Lo stimato dirigente, grande doppio, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport oggi in edicola.

Gandini ha le idee chiare su che significherà questo match per entrambe le formazioni:E’ una partita molto importante per entrambe le squadre. Potrà dire molto sulle ambizioni di risalita del Milan, ma anche della Roma, che non sta attraversando un momento felice in campionato. I giallorossi hanno una miriade di infortuni che stanno condizionando il lavoro di Fonseca, mentre il Milan è reduce da una partita a due facce con il Lecce dopo il cambio di allenatore”. 

L’Europa che conta, in un certo senso, passa per l’Olimpico: “Se entrambe vorranno rientrare nel novero delle pretendenti alla Champions, dovranno cercare di ripartire dai tre punti di domenica. Per certi versi, seppur a fine ottobre, siamo davanti a un vero e proprio esame di maturità”. 

C’è poi spazio anche per un commento sull’esonero lampo di Marco Giampaolo: “Sembrerà una risposta banale, ma nel calcio di oggi, più di quello di ieri, contano solo i risultati del campo. Non c’è tempo per sbagliare. Il Milan ha fatto delle scelte, ha fatto un determinato mercato e ha una concezione del valore della squadra che non sta mostrando di rispecchiare quella che è la valutazione, ovvero meritare il quarto posto”.  

Quanto hanno inciso le voci societarie sul rendimento del Milan di questi anni? Gandini non esita nel rispondere: “Io non credo che le vicende societarie abbiano un effetto diretto sulla squadra. In altri ambienti, e non è il caso del Milan, in passato sono state utilizzate come alibi per coprire altre carenze, anche dei calciatori”.

Ma è pur vero che delle controindicazioni ci sono comunque state: “Io sono dell’idea che una squadra forte in campo è spesso e volentieri lo specchio della forza della società che ha alle spalle. Ovvia l’importanza di avere una squadra che faccia risultato ma per questo serve una società forte dietro. I continui cambi che ci sono stati, forzati e non, dalla proprietà cinese ad oggi, non hanno ancora permesso, a mio parere, l’instaurazione di una leadership”.

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