Hakan Calhanoglu è apparso rinato in Milan-Lecce, partita di campionato nella quale è risultato il migliore in campo. Il 10 rossonero deve confermarsi adesso.
Quello ammirato in Milan-Lecce è un Hakan Calhanoglu completamente nuovo rispetto a quello visto nelle precedenti partite. Il turco ha finalmente giocato da numero 10, risultando decisivo per la sua squadra.
Un gol e un assist, ma anche altre giocate importanti. La sua serata non era cominciata bene, dato che i tifosi rossoneri lo avevano fischiato quando nel pre-partita sono state lette le formazioni. Ma i fischi poi si sono trasformati in applausi, vista la prestazione molto positiva del giocatore.
Sembra che l’arrivo di Stefano Pioli abbia aiutato Calhanoglu a tornare ad esprimersi su livelli che poche volte abbiamo visto nel Milan. Ovviamente non basta una singola partita col Lecce a dire che il turco è completamente rinato, serve continuità. Però i segnali lanciati domenica a San Siro non possono essere trascurati.
Come evidenziato oggi dalla Gazzetta dello Sport, un fattore che può aver aiutato Hakan è il “nuovo” ruolo. Pioli lo ha liberato dalle incombenze da mezzala, schierandolo più avanti e con la copertura di Frank Kessie alle spalle. Nella passata stagione giocava spesso in tale posizione, ma ha avuto Lucas Paquetà dietro e dunque un centrocampista con caratteristiche meno difensive dell’ivoriano ex Atalanta.
Calhanoglu domenica ha avuto maggiore libertà d’azione, riuscendo a scatenare il proprio talento senza eccessivi compiti difensivi (comunque svolti bene col Lecce). Ha calciato sei volte in porta, il doppio di quanto fatto nelle precedenti sette giornate di campionato. Ha trovato il primo assist stagionale ed è stato maggiormente efficace quando ha provato dribbling e passaggi. Anche nel recuperare palloni è stato prezioso, oltre che nel creare occasioni.
Il numero 10 del Milan è apparso un giocatore ritrovato e adesso è atteso alla prova della continuità. Quella contro il Lecce non deve essere un exploit casuale e momentaneo. Domenica in Roma-Milan serve un’altra prestazione di spessore per dimostrare di essersi messo alle spalle la crisi nella quale era entrato.
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