Lucas Biglia non offre adeguate garanzie fisiche. Stefano Pioli dovrà studiare la situazione e gestirla al meglio: possibile staffetta con Ismael Bennacer.
Inutile girarci attorno: il Milan ha perso due punti contro il Lecce per un errore tecnico non ammesso a questi livelli, contro una squadra così mediocre e in una partita così importante a livello morale e di classifica. E la colpa è stata di Lucas Biglia.
Non per cercare un capro espiatorio o chissà cosa, però siamo certi che il primo a fare mea culpa sarà lo stesso argentino. Ma non può essere condannato, perché purtroppo gli errori fanno parte del gioco.
La partita di Biglia, prima di quel finale mal gestito, era stata esemplare. Aveva tappato ogni buco in mezzo al campo, intervendo con i tempi giusti più e più volte. In fase di costruzione non eccelle, lo sappiamo, ma si era comunque comportato bene.
Ma quell’errore tecnico al 92′ dal quale è poi scaturito il gol di Calderoni è figlia anche, e soprattutto, dalla stanchezza fisica. Già da diversi minuti si notava il calo fisico dell’argentino, più o meno di pari passo con la squadra, che tanto aveva speso fino a quel momento. L’età e la posizione centrale in campo non lo hanno aiutato.
L’EPISODIO – Biglia sbaglia, Suso non rientra: così nasce il 2-2 di Calderoni
Milan, staffetta Biglia-Bennacer?
Biglia è un classe 1986, il prossimo gennaio compirà 34 anni. Fisicamente non è semplice reggere i 90 minuti, soprattutto se in certe partite si gioca ad un’intensità più elevata del solito. Con Stefano Pioli il Milan ha alzato i ritmi, si è notato sin dai primi minuti della sfida di domenica.
Dunque il mister dovrà essere bravo nelle prossime partite a gestire con maggiore oculatezza la tenuta fisica di Biglia. Va detto che ha la fortuna di avere in rosa un giocatore giovane e di livello come Ismael Bennacer, che può approfittare della titolarità di Biglia per giocare spezzoni e finali di gara importanti, accumulando esperienza.
Con la speranza che l’algerino non cada negli errori fatti contro la Fiorentina (due rigori concessi agli avversari), e che nemmeno imiti in negativo il compagno di reparto che eventualmente sostiuirebbe.