Il 22 ottobre del 1969, a Buenos Aires, si gioca la sfida di ritorno della finale di Coppa Intercontinentale, Estudiantes–Milan. L’andata si è conclusa con il risultato netto di 3-0, a San Siro, in favore dei rossoneri: reti di Sormani (doppietta) e Combin.
Quella partita in Argentina, alla Bombonera, passerà alla storia come la gara più sanguinosa e controversa di sempre. Gli avversari erano una squadra di provocatori e di violenti. I giocatori del Milan ne avevano avuto prova già a San Siro. Sormani infatti ha raccontato: “Nel tunnel prima di entrare si posizionarono di fianco a noi. Il capitano lanciò un segnale e loro ci urlarono in faccia. Erano pompati“. Poi però ne presero tre e al ritorno provarono a ridurre il gap tecnica con soprusi e aggressioni.
50 anni fa Estudiantes-Milan
Rivera segnò la rete dell’1-0 alla mezz’ora, poi l’Estudiantes riuscirà a ribaltare ma inutilmente. Nel frattempo, Pierino Prati fu costretto ad uscire per un entrata killer – addirittura in Italia si era sparsa la voce che fosse morto – e Combin era sostanzialmente una maschera di sangue per i tanti colpi ricevuti. Nonostante queste condizioni difficili, fu comunque portato in questura. Il motivo? Era considerato un traditore…
Combin è nato a Santa Fe, ma con la sua famiglia si trasferì molto presto in Francia, dove ha esercitato ance il servizio di leva. Per gli argentini fu un atto di infedeltà. Fondamentale fu l’intervento dell’avvocato Sordillo. Così il calciatore riuscì a rientrare in Italia tranquillamente insieme al resto della squadra, ma se la vide davvero brutta.
Il ricordo di Combin e Lodetti
Lo stesso Combin ha ricordato quella incredibile serata: “Picchiavano tutti, iniziarono a sputarmi addosso. Sinceramente pensavo mi uccidessero. Mi guardavano come se fossi io il criminale, invece lo erano loro. C’era anche mia madre allo stadio, l’avevo invitata io. Si fece tre ore di volo per vedermi giocare, invece vide il mio massacro“. Poi però la gioia per il ritorno in Italia: “Pensavo di dover volare da solo, invece in aeroporto trovai i miei compagni che mi aspettavano con torta e champagne. Cominciai a pingere come un bambino“.
Giovanni Lodetti, uno dei protagonisti di quella incredibile sfida, ha raccontato: “Più che una partita di calcio è stata una guerra. E quello che capitò a Combin fu da film dell’orrore. Anche per colpa nostra, perché non avremmo dovuto portarlo in Sudamerica. Lo hanno picchiato e addirittura arrestato. Bilardo, poi commissario tecnico dell’Argentina, mi rincorse per tutto il campo. Una delle più grandi soddisfazioni della mia vita“.
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