La nostra intervista a Riccardo Zampagna, allenato da Pioli al Sassuolo nella stagione 2009-2010. Ecco le sue parole sul nuovo tecnico del Milan, ormai vicino al debutto.
Stefano Pioli si prepara per il suo debutto sulla panchina del Milan. Subentrato a Marco Giampaolo poco più di una settimana fa, l’ex Fiorentina ha lavorato molto sull’aspetto psicologico della squadra, tartassata dall’ennesimo cambio in panchina e da un periodo negativo per prestazioni e risultati.
Paolo Maldini e Zvonimir Boban lo hanno scelto proprio per la sua capacità di gestione dello spogliatoio, oltre ovviamente a quelle tecnico-tattiche. Non ha avuto una carriera brillante fino ad ora, ma ha accumulato tanta esperienza e adesso è pronto a dare il massimo per questo nuovo capitolo. Fra le tante, Pioli ha allenato anche il Sassuolo nella stagione 2009-2010. Era molto più giovane, ma già lì si intravedevano le sue abilità manageriali. In quel Sassuolo c’era anche Riccardo Zampagna, ex bomber oggi allenatore, intervistato in esclusiva da MilanLive.it per parlare proprio di quell’anno e della gestione dell’attuale tecnico rossonero.
Zampagna: “Piatek può risollevarsi con Pioli”
Che ricordo ha di Pioli in quella stagione al Sassuolo?
“Ho un ottimo ricordo di Pioli, una persona eccezionale. E anche un allenatore molto preparato. Poi sono passati tanti anni, più fai esperienza e più migliori, soprattutto nel mondo del calcio. Io, che oggi faccio l’allenatore, ho preso molti spunti da lui, dalle sue esercitazioni e dalla sua metodologia. Il ricordo è molto positivo insomma”.
Testa o tattica. Quale aspetto curerà di più in questa prima fase al Milan?
“Lui è abituato a lavorare a 360° gradi, quindi curerà entrambe le cose. Sull’aspetto mentale è molto bravo e nello stesso tempo lo è anche su quello tattico. Modulo? Lui ha sempre lavorato molto sul 4-3-3, è un suo riferimento, ma poi il discorso del modulo è sempre molto particolare. Si parte dalla base ma poi è la palla che decide il modulo. Dipende da come fai lavorare la squadra. Credo che sia quello, ma oggi giorno tutti gli allenatori sanno fare più moduli. E sono i giocatori che determinano i moduli. C’è chi ti dà l’80% in un ruolo e 100% in un altro. Lui, che è bravo, dovrà tirar fuori il massimo dai propri giocatori. Non credo sia quello il problema”.
Da bomber a bomber. Riuscirà Pioli a risollevare Piatek?
“Penso proprio di sì perché lui è bravo a stimolare e a dare gli spunti giusti. Ha una carriera importante alle spalle ma non credo che la problematica principale del Milan sia Piatek. Saprà agire come ha sempre fatto. Per lui questa è una possibilità importante e lo sa bene. Se prima ci metteva il 150%, ora arriverà anche al doppio. Userà tutte le sue armi”.
Intanto i tifosi non lo hanno accolto benissimo…
“Non sono un tifoso del Milan, quindi non posso parlare. Dico solo che fa parte del calcio. Anzi, a questo punto penso che per un allenatore sia più stimolante tirar fuori il meglio di se stessi e far ricredere la gente piuttosto che essere osannato e partire male. Credo che per il mister sia la situazione ideale. I tifosi veri sanno come si lavora, sanno com’è il calcio, penso che la maggior parte capirà subito quali sono le sue competenze”.
Paradossalmente un allenatore potrebbe lavorare meglio con meno aspettative.
“Sì, ma un po’ di pressione fa bene a tutti. Nel calcio italiano, dalla prima categoria alla Serie A, tutti hanno le proprie pressioni. Poi magari ci sono dirigenti che davanti fanno una faccia e poi dietro ne fanno un’altra. Bisogna crearsi un proprio scudo intorno, avere la testa alta e lavorare coi propri principi, sani e giusti”.
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