Milan, inferno e resurrezione a Genova: Giampaolo respira

Vittoria difficile ma pesantissima per la squadra rossonera nell’anticipo della settima giornata del campionato di Serie A.

Genoa-Milan
Il Milan esulta a Genova (Getty Images)

Il Diavolo ha visto l’inferno da vicino, quello più nero e terribile, per poi risorgere dalle ceneri come l’araba fenice. Il Milan batte il Genoa e allontana, almeno per un po’, gli spettri.

Un sabato sera a dir poco emozionante quello dello stadio Marassi, con i rossoneri che l’hanno spuntata al termine di un duello teso e ricco di colpi di scena, tra squadre al limite del precipizio e con tanta voglia di rialzare la testa.

La partenza è stata favorevole ad un Genoa ben messo in campo ma ancora troppo acerbo: gli sprint di Kouamé e gli inserimenti di Lerager mettevano in difficoltà la retroguardia del Milan, punita poi su calcio piazzato. Il destro secco di Lasse Schöne beffava Pepe Reina, indeciso sostituto dell’acciaccato Donnarumma.

Il 4-3-3 scelto da Marco Giampaolo ha dato i suoi frutti soltanto nella ripresa, quando la classe di Lucas Paquetà e Rafael Leão riuscivano a ribaltare la situazione: pronti, via era subito Theo Hernandez (imbeccato dal brasiliano) a trovare la prima gioia italiana beffando Radu con un’incursione prepotente e vincente.

Poi succedeva di tutto: due rigori, quattro espulsioni, tanti episodi da rivedere. Il Milan trasformava il penalty del 2-1 per fallo di mano di Biraschi da ultimo uomo, con Franck Kessie abile a non fallire dagli undici metri. Poi il ‘rosso’ a Calabria, il rigore dubbio concesso al Genoa e il miracolo di Reina che a tempo scaduto blindava il 2-1 finale ipnotizzando Schöne.

Insomma una notte dalle mille emozioni a Genova; l’ha spuntata il Milan, più combattivo e cinico rispetto agli avversari, ma ancora incerto in troppe situazioni. Tre punti che fanno respirare soprattutto mister Giampaolo, che vede allontanarsi le voci su un esonero e potrà lavorare durante la sosta con calma e serenità.

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