Il posticipo di sabato sera sa di ultima spiaggia per Milan e Genoa, in fondo alla classifica e distanziati solo da un punto. Una sfida decisiva per entrambi gli allenatori, a rischio esonero con un altro risultato negativo. Andiamo a scoprire lo stato di forma dei rossoblu e la probabile formazione di Andreazzoli.
L’entusiasmo del Genoa è durato solo due partite, il tempo di fermare la Roma e battere la Fiorentina. L’illusione è stata breve perché dalla terza giornata, dopo la sosta nazionali, sono cominciati i problemi. La squadra ha smesso di girare e di rendersi pericolosa, subendo gli avversari e le prime sconfitte. Un calo improvviso che ha portato un punto nelle ultime quattro partite, facendo precipitare il Genoa in zona retrocessione e scaldando l’ambiente.
La classifica, terzultimo posto a 5 punti (davanti a Sampdoria e Spal) non è tollerata da Preziosi che minaccia un cambio in panchina. La partita col Milan infatti sarà l’ultima spiaggia per Andreazzoli, costretto a fare risultato se vuole evitare l’esonero. Una situazione simile in casa rossonera, dove Giampaolo è stato confermato ma non ha più margine d’errore. Un altro passo falso sarebbe fatale, il loro futuro è legato a questi novanta minuti.
Un settembre nero
Il nuovo ciclo del Genoa è iniziato carico di speranze e aspettative, dopo una stagione molto complicata. Il primo traguardo è sempre la salvezza, ma alla vigilia del campionato c’era molto ottimismo. La squadra rossoblu, da molti addetti ai lavori, poteva essere la sorpresa della stagione e finire nella parte sinistra della classifica. I buoni propositi arrivavano dal mercato, compreso il cambio allenatore, e dall’ottimo pre-campionato, concluso da imbattuti.
Come le prime due giornate contro Roma (3-3) e Fiorentina (2-1), sulla carta avversari superiori e con altri obiettivi. Il Genoa però, con tutti i suoi limiti, è riuscito a tenere il campo e portare a casa il risultato, giocando un calcio offensivo e molto divertente. La ricetta di Andreazzoli, ammirata a Empoli, sembrava funzionare fino all’inatteso declino che ha ribaltato le previsioni. La classifica è ancora corta, ma le prestazioni sono state insufficienti e non si possono negare. Il crollo verticale rischia di lasciare il segno e rimettere tutto in discussione, a partire dall’allenatore.
L’incubo retrocessione
Il Genoa infatti, in particolare Preziosi, perde facilmente la pazienza e la soluzione più immediata è l’esonero dell’allenatore. Una scelta drastica che ha funzionato negli ultimi anni, ma annulla i margini di crescita. Ogni volta è come ricominciare da capo e l’unico scopo sono i semplici risultati, come l’indegno pareggio a Firenze (0-0) che ha chiuso lo scorso campionato. I rossoblu sono riusciti a salvarsi soltanto per differenza reti, a scapito dell’Empoli guidato proprio da Andreazzoli. La paura di del presidente infatti è ripetere lo stesso percorso dei toscani, belli da vedere ma retrocessi a fine stagione.
Un epilogo che tutti vogliono evitare, come la sofferenza di questo settembre. I cattivi pensieri hanno già sostituito la positività di inizio stagione, quando l’incubo sembrava scacciato. La situazione invece è identica a pochi mesi fa, con la differenza che sabato si gioca la 7°giornata d’andata. Gli alti e bassi sono naturali in una squadra piena di giovani, con una filosofia rinnovata e all’avanguardia. Forse Preziosi ha sbagliato a monte: se voleva più punti (ma rimanere all’anno zero) forse doveva scegliere un altro tipo di tecnico.
I numeri della crisi
Il Genoa ha tutto il tempo per recuperare e rimettersi sulla giusta strada, ma sorprende questo cambio di rotta. Il trend negativo è arrivato senza preavviso e in maniera molto netta, considerando le prime uscite. La squadra continua a soffrire in difesa (13 gol subiti, peggio solo la Sampdoria), ma adesso fatica anche a segnare. Nelle ultime partite, con Lazio e Bologna, è rimasta all’asciutto e nelle precedenti ha fatto due gol sul finale di gara. Non è una questione di sfortuna, perché i rossoblu hanno creato poche occasioni e non sono riusciti a esprimere il loro gioco.
L’anno scorso, di questi tempi, il peso offensivo era sulle spalle di Piatek e oggi non c’è un vero bomber. I nuovi principi di gioco esaltano il collettivo e coinvolgono più giocatori, ma alla fine vanno concretizzati. In questo scorcio di stagione ci ha pensato Kouamè (miglior marcatore con tre gol) e pochi altri, a parte i due rigori di Criscito. Per esempio Pinamonti, l’altro attaccante titolare, si è sbloccato alla prima e poi ha iniziato il digiuno, tanto da rischiare il posto e l’azzurro della Nazionale. Una soluzione può essere il cambio di modulo, ma Andreazzoli non abbandonerà il 3-5-2, piuttosto ha ruotato un po’ di giocatori senza effetti positivi. In realtà la difesa a tre, con Zapata (ex Milan) al centro, non convince tutti i tifosi come il pessimo score in trasferta, diventato una brutta abitudine da cancellare.
Il colpo Schone
Il Genoa forse si aspettava troppo da Lasse Schone, acquisto di spessore ma all’esordio in Serie A e ancora in fase di rodaggio. Il regista danese ha subito preso in mano le chiavi del centrocampo, con risultati altalenanti. Il calcio italiano è difficile da interpretare e il modello Ajax è lontano anni luce da questa realtà, soprattutto a livello tecnico. La scelta di Schone è stata coraggiosa e l’intesa con i compagni deve crescere, ma non sarà un processo immediato.
Le difficoltà sono numerose a partire dallo sforzo fisico e dal ruolo richiesto (più mezz’ala), anche se le idee di Andreazzoli vanno nella stessa direzione. La parte teorica è buon punto di partenza, servono tempo e disciplina per trasformarla in pratica, oltre ai giocatori adatti. La rosa sulla carta è in grado di farcela, l’inizio non è stato brillante ma se Schone inizia a girare tutto diventerà più facile. Attorno infatti ci sono giovani di gamba e talento, l’esame decisivo passa dal Milan.
Genoa-Milan, la probabile formazione rossoblu
Il Genoa contro il Milan punta sulla continuità, nonostante le recenti delusioni e la posizione di Andreazzoli. Il tecnico infatti si affiderà ancora al 3-5-2, ma tornerà alla formazione tipo e senza esperimenti. Il modulo non cambia, tornano i titolari che tra turnover e scelte tecniche erano finiti in panchina. Rispetto alla figuraccia con la Lazio, ci saranno almeno quattro cambi, di cui uno obbligato.
Davanti a Radu, si rivede l’ex Zapata al centro della difesa con Romero e capitan Criscito ai suoi lati. Sulle corsie esterne è ballottaggio tra Ghiglione (favorito) e Ankersen a destra, mentre a sinistra ci sarà Pajac al posto dell’infortunato Barreca. In mezzo al campo conferme per Lerager e Radovanovic, supportati da Schone che ha avuto un turno di riposo. In attacco accanto a Kouamè (sempre titolare) tornerà Pinamonti, alla ricerca del gol perduto. Il classe ’99 sarà un osservato speciale di questo “derby”, dopo il suo trascorso nerazzurro.
Genoa (3-5-2): Radu; Romero, Zapata, Criscito; Ghiglione, Lerager, Radovanovic, Schone, Pajac; Kouamè, Pinamonti.
Gazzetta – Genoa-Milan non rappresenta l’ultima spiaggia di Giampaolo