Articolo scritto da Matteo Sfolcini
Il campionato, archiviato il turno infrasettimanale, scende in campo per la 6°giornata. Il posticipo di domenica sera mette il Milan davanti alla Fiorentina, a -1 in classifica ma imbattuta da tre partite. Andiamo a scoprire lo stato di forma degli ospiti e le scelte di formazione dell’ex Montella.
La Fiorentina sta prendendo fiducia e dopo la falsa partenza ha iniziato a carburare, conquistando anche punti in classifica. Al momento sono cinque in altrettante partite, ma non sono arrivati solo pareggi. Nell’ultimo turno contro la Sampdoria si è finalmente festeggiata la vittoria, che i tifosi viola aspettavano dallo scorso febbraio.
Adesso c’è bisogno di continuità, per allontanarsi dalla zona rossa e guardare verso nuovi orizzonti. Non è mai facile confermarsi a San Siro, anche se l’anno scorso è stato il Milan a perdere e di questi tempi non sarebbe una sorpresa.
Il digiuno senza vittorie è durato 18 partite, quasi una maledizione per questa squadra, l’anno scorso vicina a una storica retrocessione. Quest’anno il copione si è ripetuto per la prime due giornate, sconfitte con Napoli e Genoa, poi è arrivato il cambio di passo e la Fiorentina ha bloccato Juventus e Atalanta, prima di tornare al successo. Il sogno Europa è ancora lontano, ma i segnali sono incoraggianti. La stagione è appena iniziata, c’è tutto il tempo per recuperare terreno e lottare per altri obiettivi.
Il recente passato, a livello di risultati, è stato molto complicato e condizionato anche dalla sfortuna. In molti casi il punteggio finale non ha rispecchiato le buone prestazioni e il gioco offerto sul campo. Il problema è soprattutto a livello mentale, perché la Fiorentina è una squadra molto giovane e con poca esperienza, fondamentale nei momenti chiave delle partite. L’ultima vittoria però è stata una liberazione che può sbloccare i ragazzi di Montella, finora sotto pressione e con troppi pensieri nella testa.
Il futuro della Fiorentina è molto ambizioso, come la nuova proprietà americana. L’addio della famiglia Della Valle e l’ingresso di Rocco Commisso, l’anno scorso vicino al Milan, ha segnato una nuova era e riportato entusiasmo tra la gente. Il cammino però non sarà tutto in discesa, ci vuole molta pazienza per scalare le gerarchie del calcio italiano. Il progetto è partito quasi da zero, è rimasto lo stesso allenatore ma sono cambiati tanti giocatori.
Gli alti e bassi sono necessari in un processo di crescita, che inizierà ad avere i suoi effetti nel tempo. Alcuni fattori, come il mercato e il sostegno dei tifosi, possono velocizzare questo cambiamento, aldilà dei punti in classifica. In ogni caso la strada tracciata dalla Fiorentina sembra quella giusta e già quest’anno possono vedersi i primi frutti.
La stagione della Fiorentina è iniziata nel segno dei tanti giovani, ma soprattutto da Chiesa e Ribery. Due protagonisti dello scorso mercato, con carriere e storie completamente diversi. Il primo è il simbolo della viola, al centro di mille voci ma trattenuto dalla società; il secondo invece è stato il fiore all’occhiello della campagna acquisti. Una colpo incredibile per la Fiorentina, che è riuscita a convincere un giocatore di fama e livello mondiale. Per un motivo o per l’altro stanno guidando la squadra di Montella, subito trascinata e accesa dalle loro giocate. Non a caso nelle ultime partite sono stati decisi tra gol e assist, solo i segni tangibili di prestazioni a tutto tondo.
L’intesa tra Chiesa e Ribery è già molto buona e può solo migliorare continuando a giocare insieme. I due giocatori infatti, nonostante la differenza di età e di spessore, si trovano a meraviglia e sono diventati subito compatibili. D’altronde non si discute il loro talento, ma non era scontata la conferma di Chiesa, dopo le pressioni di mercato, ancora meno il rendimento di Ribery che a 36 anni, arrivato svincolato dal Bayern Monaco, continua a sorprendere e si dimostra un vero professionista. Il merito è anche di Montella, coraggioso a cambiare modulo e la fase offensiva, dove non c’è un’attaccante di peso (come Boateng o Vlahovic) ma due frecce che fanno impazzire le difese avversarie.
Nella nuova Fiorentina c’è un altro giocatore che sta facendo grandi cose, ovvero Gaetano Castrovilli. Il centrocampista classe ’97, al debutto in Serie A, è una delle rivelazioni più belle di questo inizio campionato. Dopo un paio di stagioni alla Cremonese, si è meritato di tornare alla base e avere le sue occasioni. Nel ritiro estivo ha catturato l’attenzione di Montella, che l’ha fatto esordire contro il Napoli e non l’ha più tolto dal campo.
Il ragazzo ha grandi numeri, tecnica e personalità, è stato il migliore in campo contro la Juventus, deliziando il Franchi con giocate d’alta scuola. Forse è arrivato troppo tardi nel grande calcio (ha la stessa età di Chiesa), ma sta recuperando il tempo perduto e si parla già di Nazionale. Di sicuro sarà blindato dalla Fiorentina, che già nei prossimi giorni dovrebbe ufficializzare il suo rinnovo di contratto. La favola è solo iniziata, Castrovilli è un tesoro da custodire.
La Fiorentina è stata costretta a correre subito ai ripari. La partenza ha regalato subito spettacolo, ma sei gol subiti e zero punti in due partite erano cattivi segnali. Per questo Montella, partito con uno spavaldo 4-3-3, è passato a un 3-5-2 che ha subito dato le sue risposte. La squadra ha ritrovato più equilibrio, solidità difensiva e soprattutto risultati sempre positivi. Il filotto è partito con lo stretto 0-0 alla Juventus, seguito dall’amaro 2-2 con l’Atalanta (a segno all’ultimo secondo) e dalla prima vittoria sulla Sampdoria. A questo punto, nonostante gli impegni ravvicinati, è difficile che la squadra cambi pelle e dovrebbe presentarsi con la stessa formazione.
In effetti ci sono pochi dubbi e soltanto un ballottaggio negli undici titolari, quello tra Caceres e Boateng che comporterebbe un ritorno al vecchio modulo. Forse un rischio dal primo minuto e contro il Milan, che sarà anche in crisi ma gioca in casa e deve vincere. Per questo si va verso la conferma di Dragowski in porta, protetto da Milenkovic, Pezzella e Caceres che formano la difesa a tre. Sugli esterni libertà di spingere per Lirola e Dalbert, con Badelj in cabina di regia affiancato da Pulgar e il gioiello Castrovilli. Davanti non c’è un punto di riferimento, giocano Chiesa e Ribery che si muovono su tutto l’attacco.
Fiorentina (3-5-2): Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Lirola, Pulgas, Badelj, Castrovilli, Dalbert; Chiesa, Ribery.
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