Il campionato non conosce pause e riparte subito col turno infrasettimanale, valido per la 5°giornata. Il posticipo di giovedì sera mette a confronto Milan e Torino, entrambe sconfitte nell’ultimo turno e con gli stessi punti in classifica. Andiamo a scoprire lo stato di forma e la probabile formazione della squadra di Mazzarri.
La stagione del Torino non è partita nel verso giusto. Il primo obiettivo è stato fallito e in campionato ci sono ancora troppi alti e bassi. L’eliminazione in Europa League sta pesando sulle gambe e sulla testa dei granata, passati da rivelazione a squadra in crisi d’identità. Lo dimostrano le ultime due sconfitte contro Lecce e Sampdoria, due squadre alla portata che si presentavano con zero punti in classifica. L’esame di maturità è stato fallito e invece di crescere sono arrivati dei passi indietro.
L’anno scorso il Torino è stata una delle squadre che ha raccolto più pareggi in campionato, anche contro le big. Un indicatore di equilibrio e stabilità, confermato dai molti risultati positivi e da una difesa granitica. Uno scenario opposto alle ultime partite, in cui la squadra di Mazzarri ha perso le sue certezze e mostrato molti limiti. I punti di forza si sono trasformati in punti deboli e i numeri non mentiscono.
Il Torino, compresa la doppia sfida con il Wolverhampton, ha sempre subito gol e non ha mai pareggiato. Niente mezze misure, un gioco lento e prevedibile oltre agli insoliti problemi di tenuta e caratteriali. L’assenza di Nkoulou è una buona giustificazione, ma non l’unico motivo di questa involuzione.
La stagione del Torino si è complicata ancora prima di iniziare. Nel corso del mercato infatti è scoppiato il caso Nkoulou, che ha fatto molto rumore e provocato tensioni all’interno dello spogliatoio. La frattura, dopo quasi un mese di esilio, si è in parte risanata ma la situazione rimane delicata. Il difensore infatti, dopo lo scontro con la società, si è allenato a parte dall’inizio del campionato e non è mai stato convocato. Il giocatore è tornato in gruppo soltanto la scorsa settimana, non prima di chiedere scusa allo staff e tutti i compagni.
La punizione del Torino e di Mazzarri è stata inevitabile, forse anche troppo morbida a fronte del suo comportamento, irrispettoso per tutto l’ambiente granata. Un singolo, anche se determinante, non viene mai prima della squadra, che però l’ha perdonato e spera di recuperarlo al più presto. Contro il Milan potrebbe già andare in panchina, il momento infatti è complicato e i sostituti (Djidji e Lyanco) non sono stati all’altezza. Il Torino ha bisogno della sua esperienza, il rientro di Nkoulou diventa indispensabile.
Le brutte prestazioni si ricollegano anche all’Europa League, un traguardo ottenuto proprio al posto del Milan (punito dalla sentenza Uefa). Il Torino è stato soddisfatto di questa occasione, dopo i meriti della passata stagione chiusa al 7° posto. La squadra però ha impostato la preparazione con tempi e modi diversi, per arrivare in forma ai turni preliminari. Purtroppo però, dopo due turni in discesa, è arrivata l’eliminazione contro il Wolverhampton (5-3 il parziale), a un passo dalla fase a gironi.
Una doppia sconfitta che ha lasciato il segno a livello mentale e soprattutto fisico, nelle successive partite di campionato. I granata hanno anche vinto contro Sassuolo e Atalanta, sognando il primato in classifica, ma il meccanismo non girava a dovere e poco dopo si sono palesate tutte le difficoltà, facendo scattare il primo campanello d’allarme. Non è un problema di giocatori perché la squadra, come imposto da Cairo, è rimasta la stessa dell’anno scorso, forse chiuso con troppe aspettative.
Una delle colpe che più si imputano a Mazzarri è l’utilizzo di Simone Verdi, l’acquisto di punta dell’estate. L’ex Napoli, dopo una trattativa infinita, è arrivato nelle ultime ore di mercato ma non è ancora partito titolare. Il tecnico granata ha preferito gestirlo e non buttarlo subito nella mischia, nel momento in cui risultati stavano arrivando. Una scelta forte perché il giocatore è in ottime condizioni, avendo svolto tutto il ritiro col Napoli, e poteva dare una mano.
Verdi invece è entrato solo nei minuti finali contro Lecce e Sampdoria, sotto nel risultato e in una situazione ancora più difficile. Molti tifosi e anche la società hanno iniziato a storcere il naso, soprattutto dopo i risultati ottenuti. La filosofia va cambiata e Mazzarri deve aggiungere qualità e fantasia, a costo di cambiare modulo o sacrificare altri giocatori. Il problema di Verdi non può essere il sistema di gioco, è stato comprato apposta per fare la differenza ma bisogna avere coraggio e metterlo in campo.
Per lui questa è una sfida sempre molto importante. Il Milan infatti è la squadra in cui è cresciuto ma c’è il rimpianto di non aver mai avuto un’occasione per dimostrare il suo talento. Dopo averlo girato in prestito in ogni dove, Verdi alla fine si “liberò” dai rossoneri soltanto con il passaggio a titolo definitivo al Bologna. Poi Napoli e adesso Torino, più maturo e più forte di prima.
Forse Mazzarri l’ha capito e, sfruttando anche il turno infrasettimanale, potrebbe far debuttare Verdi dal primo minuto. Il modulo resterà anche lo stesso (3-5-2 o 3-5-1-1), ma la novità sarà appunto l’ex Napoli, avanti rispetto a Zaza, a supporto del capitano Belotti.
Negli altri reparti ci sono tanti ballottaggi, come sempre con impegni ravvicinati, ma la partita è troppo importante per stravolgere la formazione. Le certezze sono Sirigu in porta e Izzo come centrale di destra, forse ancora affiancato da Lyanco e Bremer come a Marassi anche se spingono Nkoulou e Bonifazi.
A centrocampo non ci sono novità perchè Lukic è infortunato e quindi spazio ai soliti Baselli, Rincon e Meitè. Infine sulla fascia sinistra rischia il posto Ola Aina, a favore dell’ex Laxalt, mentre a destra fiducia a De Silvestri, aspettando il rientro di Ansaldi.
Il momento non sorride al Torino, ma i precedenti contro il Milan fanno ben sperare perchè è imbattuto da cinque partite (1V e 4P) e in casa non perde dal 2012. La striscia positiva deve continuare.
Torino (3-5-1-1): Sirigu; Izzo, Lyanco, Bremer (Bonifazi); De Silvestri, Baselli, Rincon, Meitè, Laxalt (Ola Aina); Verdi, Belotti
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